Orig.: Francia (2000) - Sogg.: tratto dal romanzo "Le diable a l'avantage" di Isabelle Ellsen - Scenegg.: Elie Chouraqui - Fotogr.(Scope/a colori): Nicola Pecorini - Mus.: Bruno Coulais - Montagg.: Jacques Witta - Dur.: 130' - Produz.: Elia Chouraqui.
Interpreti e ruoli
Andie MacDowell (Sarah Lloyd), David Strathairn (Harrison Lloyd), Elias Koteas (Yeager Pollack), Adrien Brody (Kyle), Brendan Gleeson (Stevenson), Caroline Goddall (Johanna Pollack), Marie Trintignant (Cathy), Diane Baker (Mary Francis), Alun Armstrong (Samuel Brubeck)
Soggetto
1991, New Jersey. Harrison Lloyd, stimato fotografo di guerra, vincitore del premio Pulitzer, sposato con Sarah e con due figli, non riesce a stare fermo. C'è la guerra in Bosnia e sente il bisogno di tornare in campo. Giorni dopo, di mattina, quando arriva nell'ufficio della società editoriale dove lavora, Sarah capisce che qualcosa di grave è accaduto: Harrison viene dato per morto nel crollo di un edificio. Sarah però non è convinta, comincia a prendere in esame tutti i servizi e le immagini che arrivano dal fronte, finchè in televisione non crede di individuare il marito in un gruppo di prigionieri mal ridotti. Decide allora di andare personalmente in Bosnia a cercarlo. Suo obiettivo è in particolare l'ospedale di Vukovar. Ma l'impatto con il territorio della ex jugoslavia é brutale. Sarah si trova coinvolta in assalti e attentati, rischia di essere violentata, finalmente incontra alcuni colleghi del marito, tra cui Kyle. Questi, che non ama le foto 'patinate' e 'ricche' di Harrison, dopo aver tentato di dissuaderla, la asseconda e con lei entra nella parte più delicata dell'inferno bosniaco. Passano la città di Nustar, poi puntano su Vukovar. Quando entrano in città, Kyle viene ferito a morte. Sarah va nell'ospedale, cammina a lungo e finalmente trova Harrison in preda a trauma. Il 19 novembre 1991 arriva la resa delle truppe croate. Harrison e Sarah tornano a New York. Un anno dopo, Harrison si sta riprendendo ed è intento a curare piante e fiori.
Valutazione Pastorale
L'attenzione é rivolta su alcuni temi strettamente legati: la guerra, con le sue brutalità; la professione di fotoreporter come momento di testimonianza di quegli orrori; la voglia di non rassegnarsi da parte di una moglie per il destino del marito. Intorno a questi si compone una vicenda che ruota intorno al problema della comunicazione e ai diritti dell'informazione. E' giusto e doveroso informare, ma fino a quando, e pagando quale prezzo? Harrison quando torna a casa é svuotato e non comunica più. Sarah, donna-coraggio, attraversa il conflitto per dire che la pace e il legame coniugale devono essere più forti della voglia di uccidere. Ci sono molte intenzioni lodevoli, c'é un dichiarato tono di denuncia all'interno di una realizzazione di forte impatto anche se non sempre convincente. Accennando per completezza al fatto che l'impianto drammatico non è sempre ben sorvegliato, che in qualche passaggio il regista si lascia andare a toni un po' retorici, che il racconto sa un po' di 'vecchio', il film comunque, dal punto di vista pastorale, è da valutare come positivo, accettabile, e senz'altro problematico.
UTILIZZAZIONE: il film é da utilizzare in programmazione ordinaria, e da proporre per riportare l'attenzione sugli argomenti sopra indicati: la guerra in Bosnia, l'informnazione, la memoria. Attenzione per i minori in caso di passaggi televisivi.