L’INVERNO

Valutazione
Complesso, Discutibile, dibattiti
Tematica
Matrimonio - coppia, Psicologia
Genere
Drammatico
Regia
Nina di Majo
Durata
97'
Anno di uscita
2002
Nazionalità
Italia
Titolo Originale
/////
Distribuzione
Mikado Film
Musiche
Frame
Montaggio
Giogiò Franchini

Orig.: Italia (2001) - Sogg. e scenegg.: Nina di Majo - Fotogr.(Panoramica/a colori): Cesare Accetta - Mus.: Frame - Montagg.: Giogiò Franchini - Dur.: 97' - Produz.: Rai Cinema, Dodici settembre.

Interpreti e ruoli

Valeria Bruni Tedeschi (Marta), Fabrizio Gifuni (Leo), Valeria Golino (Anna), Yorgo Voyagis (Gustavo), Alberto di Stasio (Sandro), Paolo Paoloni (Eddy)

Soggetto

Leo, scrittore di romanzi in crisi, e Marta, allestitrice in una galleria d'arte, vivono assieme ma tra loro non c'é passione nè dialogo. Lui è chiuso in una indifferente afasia, mentre lei dà sfogo ai suoi traumi familiari attraverso la logorrea. I due conoscono Gustavo, un ricco cinquantenne, e la sua giovane moglie Anna. Gustavo, fedifrago impenitente, fa subito avance a Marta la quale, però, non le ricambia. Anna, da parte sua, fa in modo di diventare amica di Marta e, nel contempo, sta addosso a Leo. Questi, sconfortato per le risposte negative arrivate dall'editore, permette ad Anna di leggere il suo nuovo libro. Leo e Anna si baciano appassionatamente, ma lui subito dopo si tira indietro. Marta, che nel frattempo ha cominciato a parlare con uno spichiatra, comincia a sospettare una tresca tra Leo e l'amica. Anna trova un nuovo editore per il libro di Leo, a patto però di portare dei cambiamenti. Leo affronta Anna, dichiarandole tutto il suo disprezzo, ma litiga anche con Marta che è convinta del suo tradimento. Marta e Leo non riescono a chiarirsi e lei se ne va via in macchina.

Valutazione Pastorale

Dopo "Autunno", suo titolo d'esordio, Nina di Majo continua la rappresentazione delle stagioni con questo film che vuole parlare dell'incomunicabilità all'interno della coppia, in cui ognuno parla a sè solo, senza ascolrare l'altro. Con un vago rinvio ai film di Antonioni, questa incapacità di comunicare, anche nelle piccole cose, viene ricongiunta alla paura della precarietà del rapporto, dell'abbandono, della solitudine e della inadeguatezza interiore. Il film, quindi, con atmosfere volutamente plumbee e secondo una dinamica tutta interiore, cerca di scavare nella situazione emotiva e psicologica della coppia, testimoniando il disagio grave che conduce ad un'esistenza deprimente. Tutto ciò però è raccontato secondo uno stile che non solo generalizza ma gira anche su se stesso e quindi in più passaggi diventa mero intellettualismo. I molti silenzi, i concetti non espressi, il lento cadenzare del ritmo narrativo si affiancano a dialoghi di altalenante significato che non sempre definiscono le motivazioni profonde dei personaggi (con una recitazione, Gifuni in testa, troppo monocorde). Il film dunque solo a tratti riesce ad esprimere il messaggio di cui vuole farsi portavoce: il tono spesso involuto ed ermetico può essere di ostacolo per aiutare il pubblico a riflettere adeguatamente su queste tematiche. Dal punto di vista pastorale, il film è da valutare come discutibile, senz'altro complesso e utilizzabile al meglio in dibattiti.
UTILIZZAZIONE: per la difficoltà delle problematiche affrontate e per il taglio narrativi poco fluente, il film è utilizzabile più opportunamente in contesti mirati da parte di un pubblico che voglia affrontare le molte sfumature legate al tema della coppia, oggi.

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