Orig.: Francia/Spagna (2000) - Sogg. e scenegg.: Tony Gatlif - Fotogr.(Scope/a colori): Thierry Pouget - Mus.: brani tradizionali di flamenco - Montagg.: Pauline Dairou - Dur.: 95' - Produz.: Princes Films, Astrolabio Producciones.
Interpreti e ruoli
Antonio Canales (Caco), Orestes Villasan Rodriguez (Diego), Antonio Perez Dechent (Primo Alejandro), Bobote (Primo Antonio), Juan-Luis Corrientes . (Primo Tre)
Soggetto
In Andalusia, Spagna del sud, Caco non riesce a superare la sofferenza per la morte di sua figlia. Cerca di trovare conforto nel vino, nella danza, nelle feste musicali, ma il dolore non passa e la realtà in cui è calato è ben altra: quella di una rivalità senza limiti tra la sua famiglia e quella dei Caravaca. Questi arrivano a colpire Caco nell'affetto più caro rimastogli: il giovane nipote Diego, handicappato e tuttavia pieno di voglia di vivere. La risposta a questa offesa è quella di innescare vendette a catena, fino ad un conclusivo e tragico regolamento di conti reciproco.
Valutazione Pastorale
Toni Gatlif, regista nomade (nato in Algeria nel 1948, dopo due film poco noti si è imposto all'attenzione nel 1982 con "L'uomo perfetto" e nel 1997 ha girato "Gadjo Dilo lo straniero pazzo), colloca la storia in una ben precisa geografia ma, aggiunge, "non é un film sul sud, sui gitani, sull'Andalusia...é anzitutto questo: un grido, un canto, un inno alla vita, all'amore, al dolore, al prezzo del sangue". Certo sul piano visivo il film ha un fascino innegabile. Gatlif cala bene i personaggi negli spazi, nella luce, nella natura: e tutto é poi avvolto dal ritmo trascinante del flamengo che, lo voglia o no il regista, è uno dei protagonisti evidenti della vicenda. Lascia qualche perplessità il modo compiacente di accostarsi ad una 'cultura' dove omicidi, sangue e vendetta sembrano parte integrante e inevitabile della famiglia, del vivere a contatto, del costituire gruppo sociale. Gatlif ammanta di bello e di seducente la sfida all'ultimo coltello, la minaccia e tutto un repertorio dal quale non sarebbe male prendere almeno un minimo distacco. Se è vero che c'é molto realismo, non si può fare a meno di notare che il dramma scivola più volte nel melodramma un po' fumettistico e che, dal punto di vista pastorale, i valori della vita e della comprensione sono affrontati con troppa leggerezza. Film da valutare come discutibile, segnalando le crudezze che punteggiano la storia.
UTILIZZAZIONE: per quanto attiene a riferimenti storici, geografici, musicali, il film è da proporre ad un pubblico in grado di non cedere alle suggestioni più facili e immediate. Da utilizzare in proiezioni mirate per cineforum e d'essai.