Orig.: Francia (1999) - Sogg.: Jean-Pierre Sinapi - Scenegg.: Anne-Marie Catois, Jean-Pierre Sinapi - Fotogr.(Panoramica/a colori): Jean Paul Merisse - Mus.: Guillaume Farley, Laurent Jestin, Olivier Hestin - Montagg.: Catherine Schwartz - Dur.: 91' - Produz.: Jacques Fansten.
Interpreti e ruoli
Nadia Kaci (Julie), Olivier Gourmet (René), Gerald Thomassin (Jean-Louis), Lionel Abelanski (Roland), Chantal Neuwirth (Sandrine), Julien Boisselier (lo psicologo), Nadine Marcovici (Florelle), Said Taghmaoui (Rabah)
Soggetto
In un istituto per disabili vicino a Tolone, René é un handicappato che per cultura e capacità intuitive si sente diverso e perciò litiga con tutti, é cattivo con gli altri pazienti, offensivo con gli infermieri e gli impiegati. A Julie, l'assistente che lo segue, René un giorno riesce finalmente a dire che il suo bisogno più urgente è quello di avere rapporti sessuali con una donna. Convinta che questa richiesta non vada ignorata, Julie la riporta al consiglio di amministrazione. Poi va in un luogo appartato sulla Nazionale 7 e trova Fiorelle, una prostituta con la quale, dopo qualche difficoltà, si accorda. Incassato il parere negativo del direttore dell'istituto, Julie fa di testa propria e accompagna René sul posto. La cosa si ripete altre volte, e Renè fa togliere dalla parete della stanza tutte le foto patinate di donne che teneva per sostituirle con una di Fiorelle. Altri handicappati seguono il suo esempio. Intanto Rabah, un giovane disabile marocchino, riesce a portare a compimento il proprio desiderio di essere battezzato. Il prete celebra la cerimonia, cui segue una festa: anche Fiorella é invitata. Lo spicologo chiama Julie e l'accompagna fuori della stanza: le mostra le foto dei veri handicappati, protagonisti della storia che è stata appena raccontata.
Valutazione Pastorale
Il tema della sessualità nei disabili é a livello generale affrontato ancora con non poche reticenze e qualche paura. In questo film se ne parla invece con buona dose di aderenza al vero: si parte dal sesso come (in)completezza della vita dell'uomo e si mettono in campo aspetti affettivi, esistenziali, psicologici. Azzeccato é il ritratto di René e dei suoi modi spesso 'volgari' come misura di una dimensione tanto autentica quanto difficile. Accanto alle carenze di parte del personale e alla sottolineatura del cinismo della burocrazia, il regista getta sui fatti narrati uno sguardo più freddo che partecipato, più 'meccanico' che di autentico dolore. Conseguenza di questo atteggiamento è anche l'accostarsi al sacramento del battesimo con toni svuotati di ogni contenuto religioso ancorché proposti con spiazzante coraggio. L'idea centrale è che la sessualità è un diritto cui bisogna dare risposta, senza chiedersi se sia comunque quello e solo quello l'unico bisogno del disabile. Si tratta dunque di un punto di vista chiaro, preciso, che solleva problemi, che si muove sulla labile linea di confine tra bene e male e che mette in campo l'esigenza di 'pietà' da tenere presente per vincere discriminazioni e rifiuti. Lo svelamento finale della finzione narrativa è forse una soluzione un po' didascalica, ma utile a ricordarci che si parla di cose vere e che importante è portare qualche piccolo contributo alla loro migliore comprensione. Dal punto di vista pastorale, il film è da valutare come discutibile, proprio per il suo andamento molto adatto a dibattiti.
UTILIZZAZIONE: più che in programmazione ordinaria, il film si rivolge ad un utilizzo mirato, come avvio alla riflessione sull'importante tema centrale che propone (handicap e sessualità).