Orig.: Stati Uniti/Israele (2000) - Sogg.: tratto da un racconto di Richard Ben Sapir - Scenegg.: Jonas McCord - Fotogr.(Scope/a colori): Vilmos Szigmond - Mus.: Serge Colbert - Montagg.: Alain Jakubowicz - Dur.: 109' - Produz.: Rudy Cohen.
Interpreti e ruoli
Antonio Banderas (padre Matt Gutierrez), Olivia Williams (Sharon Goldban), Derek Jacobi (padre Lavelle), John Shrapnel (Moshé Cohen), John Wood
Soggetto
In uno scavo a Gerusalemme, Sharon, giovane archeologa israeliana, trova la tomba di un ricco con i resti di un uomo crocifisso intorno al 33 d.C. Insinuatosi il sospetto che si tratti del corpo di Gesù, le autorità israeliane cercano una conferma dal domenicano padre Lavelle, a sua volta archeologo, il quale ha una forte crisi di fronte all'eventualià che si tratti del corpo di Gesù. Il Vaticano invia sul posto padre Matt Gutierrez, gesuita con un passato nei servizi segreti sudamericani, con il compito di fare chiarezza nella vicenda. La caccia alla verità è complicata dal fatto che Palestinesi e Israeliani cercano di trarre reciproci vantaggi dalla sensazionale scoperta. Il capo dei servizi segreti israeliani, Moshé, aiuta padre Matt ma insieme tiene sotto presione il Vaticano e si intende con un alto prelato. Quando, dopo analisi e riscontri, sembra che si tratti proprio del corpo di Gesù, padre Matt lo riferisce a padre Lavelle che, in preda al delirio, si suicida. Intanto un terrorista palestinese rapisce i figli dell'archeologa per farsi i preziosi resti. Dopo ulteriori indagini però, padre Matt si convince che quello non è il corpo di Gesù, e poco dopo, un'esplosione programmata d'intesa tra l'israeliano e l'alto prelato fa saltare in aria tutta la tomba. Viene allora allo scoperto un'iscrizione che rivela non trattarsi del corpo di Gesù. Finito tutto, padre Matt prende le distanze dal prelato e resta solo in preghiera vicino a San Pietro, ricordando l'amicizia con Sharon.
Valutazione Pastorale
Bisogna dire subito con chiarezza che prendere il tema della Resurrezione di Cristo come pretesto per una storiella drammatica infarcita di banalità e stereotipi sul conflitto israelo-palestinese é operazione sconsiderata e nell'insieme offensiva. Partendo dall'ipotesi che Cristo non sia risorto e che quindi la storia di Duemila anni di cristianesimo sia fondata su un imbroglio, il film mette insieme la solita catena di intrighi politici, di accordi sottobanco, di compromessi dentro i quali primeggia la Chiesa Stato, vista come avulsa dalla Chiesa di Cristo. Furba e sottile,l'operazione, dietro l'apparenza dello spettacolo, insinua il dubbio sulla Resurrezione e instilla il tarlo di sensazioni sbagliate. Descrivendo poi i palestinesi solo come bombaroli dediti agli omicidi, la storia traccia linee manichee tra buoni e cattivi senza vie di mezzo. Tutto è ridotto a bassa cucina commerciale e propagandistica, si fa perno sulla confusione, su un certo qualunquismo, sull'abilità di mostrare la differenza tra sacerdoti 'puri' e cardinali 'corrotti'. Vanno allora richiamate le parole di Paolo: "Se Cristo non è risorto, la nostra Fede é inutile". Le contraddizioni sono tante, la mancanza di serenità e di serietà é forte. Dal punto di vista pastorale, il film è da valutare come inaccettabile, e ambiguo proprio per il suo percorso improntato ad una falsa indecisione che cerca di accontentare tutti, e lascia tutti insoddisfatti.
UTILIZZAZIONE: non si vedono possibili utilizzazioni, né in programmazione ordinaria nè in altre circostanze.