Orig.: Francia (2000) - Sogg.: tratto dal romanzo di Virginie Despentes "Scopami" - Scenegg.: Virginie Despentes, Coralie Trinh Thi - Fotogr.(Normale/a colori): Benoit Chamaillard, Julian Pamart - Mus.: Varou Jan - Montagg.: Ailo Auguste, Francine Lemaitre, Veronique Rosa - Dur.: 73' - Produz.: Philippe Godeau, Alain Sarde - VIETATO AI MINORI DI 18 ANNI.
Interpreti e ruoli
Raffaella Anderson (Manu), Karen Bach (Nadine), Delphine McCarty (Severine), Lisa Marshall (Karla), Estelle Isaac (Alice), Marc Rioufol . (l'architetto)
Soggetto
Sequestrata da un gruppo di teppisti, Manu viene violentata insieme ad un'amica all'interno di un cortile. Nello stesso giorno Nadine assiste all'omicidio del proprio ragazzo tossicomane. Saputo dello stupro, il fratello accusa Manu di non aver fatto nulla per evitarlo, e allora lei lo uccide. Nadine intanto, durante una colluttazione, colpisce mortalmente la ragazza con cui divide l'appartamento. Manu e Nadine non si conoscono e quando si incontrano per caso all'uscita della metropolitana decidono di rimanere insieme e di cominciare un viaggio senza meta. Cominciano così a vagare per le periferie cittadine della Francia, attirando uomini che regolarmente eliminano con crudeltà. Tutto si svolge all'interno di locali a luci rosse e case di appuntamento. L'ansia distruttiva delle due ragazze le porta a lasciarsi alle spalle una scia di sangue e di delitti. Tutto prosegue fino a quando la polizia, messasi sulle loro tracce, non le raggiunge e si apre un conflitto a fuoco. Manu muore e Nadine viene arrestata.
Valutazione Pastorale
Tratto dal romanzo omonimo scritto dalla stessa Virginie Despentes e che le cronache dicono aver realizzato un discreto successo di vendite in Francia, il film sicuramente non si nasconde dietro ambiguità narrative e non ingenera possibili confusioni. E' infatti soltanto un campionario di prestazioni sessuali non solo insistite e ripetute ma inquadrate in un contesto di violenza a sangue freddo e di brutalità gestuali e verbali: il tutto spacciato per il solito ritratto sociologico, o manifesto femminista, o ricerca dell'abisso dei corpi, e altre simili frasi fatte. Il voyeurismo che invece domina incontrastato ingenera alla fine noia e profondo fastidio. Un film eccessivo e pretenzioso che, dal punto di vista pastorale, è da valutare come assolutamente inaccettabile, e malsano nelle immagini e nelle azioni che propone.
UTILIZZAZIONE: non si vedono possibili forme di uso della pellicola.