TI VOGLIO BENE EUGENIO

Valutazione
Accettabile, semplice
Tematica
Disabilità, Famiglia, Famiglia - genitori figli
Genere
Drammatico
Regia
Francisco J.Fernandez
Durata
90'
Anno di uscita
2002
Nazionalità
Italia
Titolo Originale
/////
Distribuzione
Làntia Cinema & Audiovisivi
Musiche
Umberto Smaila e Silvio Amato
Montaggio
Francesco Malvestito

Orig.: Italia (2001) - Sogg. e scenegg.: Stefano Pomilia e Francisco J.Fernandez - Fotogr.(Panoramica/a colori): Luciano Tovoli - Mus.: Umberto Smaila e Silvio Amato - Montagg.: Francesco Malvestito - Dur.: 90' - Produz.: Giovanni Schettini per Arcipelago Cinematografica.

Interpreti e ruoli

Giancarlo Giannini (Eugenio), Giuliana De Sio (Elena), Jacques Perrin (fratello di Eugenio), Arnoldo Foà (prof. Boselli), Riccardo Garrone (maresciallo), Alfredo Scarlata (Eugenio da giovane), Anna Maria Petrova, Chiara De Bonis, Giada Colonna, Orsetta De Rossi, Leonardo Ruta, Aurora Cancian, Maria Elena Mastrangelo.

Soggetto

Down fin dalla nascita, Eugenio ha oggi passato la mezza età, e vive in una grande casa alla periferia di una cittadina di provincia. E' in grado di fare la spesa al supermercato, di cucinarsi da solo, e durante il giorno fa assistenza al locale ospedale. Adesso sta seguendo una ragazza, Laura, ricoverata in seguito ad un incidente d'auto, uscita dal coma ma ancora non in grado di parlare. In alcuni flashback tornano le immagini di quando, da giovane, aveva soprattutto come amiche due sue coetanee che giocavano con lui, lo prendevano in giro, scgerzavano sulla sua condizione. E lui era segretamente innamorato di una di loro, Elena, che un bel giorno senza sapere perchè era partita e lo aveva lasciato. Sono passati venti anni. Elena all'improvviso torna, lo va a trovare, ma solo dopo un po' di tempo trova il coraggio per dirgli il vero motivo del ritorno: Laura, quella che lui segue, é sua figlia, una figlia che viveva con un tossicodipendente, responsabile dell'incidente, e che con lei ormai aveva pochi rapporti. Dopo aver provato una prima volta ad avvicinarlo, ora Elena resta a dormire a casa di Eugenio. Ma lui la rimprovera per essere stata una madre poco responsabile. Lei allora gli svela che venti anni prima era partita perchè incinta di un amico del padre, e di altri risvolti successivi molto delicati. Dopo essere stata condotta in carcere dal suo compagno Claudio e averlo abbracciato, Laura all'uscita prende la mano della mamma. Sei mesi dopo. Il fratello di Eugenio, secondo abitudine, gli fa visita. In casa con Eugenio ci sono Elena e Laura. E la signora Carpi, una vicina alla quale era stato diagnosticato un figlio con sindrome down, supera le paure e fa nascere il figlio.

Valutazione Pastorale

Da un lato ci sono i problemi trattati, seri, autentici, concreti. Dall'altro c'è, ancora una volta, il rapporto tra cinema e handicap: un confronto difficilissimo perchè da sempre sottoposto alle tentazioni del pietismo, del convenzionale, della facile commozione. Riferito per dovere di cronaca che il regista ha nella realtà un figlio down di nome Eugenio e che quindi vive ogni giorno l'argomento nelle sue mille sfaccettature, va aggiunto che lo sviluppo della storia non sembra apportare grandi novità alla comprensione del tema. Non basta utilizzare un ragazzo down di 26 anni (Alfredo Scarlata) nel ruolo di Eugenio giovane, non basta che Giannini si cali da par suo nei panni di Eugenio maturo, non basta la professionale presenza degi altri attori. A mancare è una visione d'insieme del problema, sottratta da un regia che sbaglia tutti i tempi narrativi, mentre molte situazioni di contorno risultano fin troppo accomodanti. Insomma il copione é drammatico, ma il dramma non cresce, non lievita, non c'é autenticità, non c'é realismo, il tono del serial televisivo incombe e toglie respiro. Resta il film, e l'opportunità che comunque ci offre di tornare a pensare a temi di fronte ai quali non si possono chiudere gli occhi. Il richiamo è in ogni caso positivo, arriva in forme ingenue ma precise, e il film, dal punto di vista pastorale, é da valutare come positivo, accettabile quindi, e semplice nel suo svolgimento.
UTILIZZAZIONE: più che in programmazione ordinaria, il film può essere utilizzato come spunto per una riflessione a vari livelli sui temi dell'handicap e della famiglia.

Le altre valutazioni

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