Orig.: Messico (2000-2001) - Sogg. e scenegg.: Carlos Cuaron, Alfonso Cuaron - Fotogr.(Panoramica/a colori): Emmanuel Lubezki - Mus.: Liza Richardson, Annette Fradera - Montagg.: Alfonso Cuaron, Alex Rodriguez - Dur.: 105' - Produz.: Jorge Vergara - VIETATO AI MINORI DI 18 ANNI.
Interpreti e ruoli
Maribel Verdu' (Louisa), Gael Garcia Bernal (Julio), Diego Luna . (Tenoch)
Soggetto
A Città del Messico, Julio e Tenoch, amici diciassetteni, sono in città, dopo la partenza per le vacanze delle loro ragazze. In occasione di un incontro festivo in famiglia, conoscono Louisa, ventottenne spagnola. Louisa è sposata, ma proprio in quell'occasione ha la conferma che il marito ha un'altra vita parallela a quella che conduce con lei. Quando i due ragazzi, colpiti dalla sua bellezza, le propongono un viaggio, lei accetta, un po' per vendetta un po' per reazione. La destinazione è una spiaggia chiamata Boca del Cielo. Quando i tre partono, i ragazzi sanno, ma a lei non l'hanno detto, che quella località forse non esiste e che comunque non conoscono la stra per arrivarci. Viaggiano, parlano, scherzano. Il caldo e la fatica fanno scattare le inevitabili reazioni. Louise é un'occasione troppo irresistibile per le voglie ancora quasi adolescenti dei due; e lei, da parte sua, non disdegna di giocare e provocare. I ragazzi hanno ciascuno la propria occasione, perché lei ha dettato le condizioni del viaggio. Il traguardo é una spiaggia quasi deserta, dove vive una famiglia di pescatori. Qui Louise si lascia andare a balli sfrenati e brindisi alla propria femminilità che esaltano i due ragazzi. Ma il momento magico finisce. Al ritorno i tre si lasciano. Un anno dopo, Julio e Tenoch si ritrovano in un bar. Parlano del più e del meno, poi uno dice che Louisa è morta di cancro. Quindi si salutano.
Valutazione Pastorale
Dopo che si sono lasciati, la voce fuori campo commenta: "Non si vedranno più". Il racconto, improntato sui toni dello sfrenato vitalismo giovanile, ha nel finale e nel sottofinale due scarti narrativi che lo connotano nel senso dell'amarezza e della tristezza. Si respira un'aria che rimanda a Truffaut, e a certi disperati ritratti giapponesi. Tutto resta proiettato sullo schermo della memoria e della nostalgia per un periodo (l'adolescenza) fatto di azioni ed esperienze che non torneranno più. Luoise è allora realtà o simbolo per descrivere quell'età di passaggio? La domanda sarebbe stata più plausibile, se il regista Cuaron fosse riuscito a organizzare meglio la materia e a conferirle il giusto tono lirico-drammatico. Per quello che si vede, resta ampiamente prevalente il compiacimento di dare spazio alle esibizioni erotiche, con tono allusivo e pruriginoso, con il consueto pretesto della 'libertà' che consente questo ed altro. In questo quadro, il finale perde la carica di umanità che poteva avere, e rischia di diventare solo banale e ricattatorio. Dal punto di vista pastorale, il film si propone come una occasione mancata, che butta solo sull'esteriore e sul facile coinvolgimento voyeuristico temi che potevano essere più interessanti. Film inaccettabile, e negativo.
Utilizzazione
L'utilizzazione é da evitare, sia in programmazione ordinaria sia in altre circostanze.