Orig.: Italia (2001) - Sogg. e scenegg.: Vincenzo Marra - Fotogr.(Panoramica/a colori): Ramiro Civita - Mus.: Antonio Guerra - Montagg.: Luca Benedetti - Dur.: 88' - Produz.: Amedeo Pagani, Gianluca Arcopinto.
Interpreti e ruoli
Salvatore Iaccarino (Salvatore), Aniello Scotto D'Antuono (Franco), Giovanni Iaccarino (Giovanni), Azouz Abdelaziz (Samir), Roberta Papa (Rosa), Silverio Iaccarino (Silverio), Fabio Romano . (appuntato)
Soggetto
La vita é dura per un gruppo di pescatori napoletani in Sicilia: nel tentativo di rendere più ricca la pesca, Salvatore, il capitano, si spinge nelle acque territoriali africane, rischiando di mettere in pericolo tutto l'equipaggio. Insieme i pescatori decidono di tornare a Napoli, nella zona Flegrea, da dove sono partiti, per provare a ricominciare da lì. Franco, il più giovane, è tentato di mollare tutto, prendere la moglie Rosa e partire per l'America. Appena ricomincia un minimo di attività, Salvatore deve fare i conti con la camorra, e con i pescatori locali che non vedono di buon occhio il ritorno di quel gruppo. Salvatore cerca qualche compromesso, ma non ottiene risultati. Intanto a scuola Rosa, la moglie di Franco, viene uccisa casualmente da un ragazzino che credeva di giocare con una pistola. Per Franco il colpo è durissimo, quasi insopportabile. Nel viaggio successivo, quando sono in mare aperto, si butta e scompare. Nessuno lo trova, e allora viene dato per disperso. Forse la morte é una soluzione. Aggregatosi ad un gruppo di clandestini, Franco, che è vivo, si fa passare per uno di loro, e viene rimpatriato in Africa, dove rimane.
Valutazione Pastorale
Vincenzo Marra, il regista, è nato a Napoli nel settembre 1972. A proposito di questa sua opera prima (premiata alla Settimana della critica alla mostra di Venezia 2001) ha detto: "...dopo aver cercato a lungo, ho trovato quattro meravigliosi pescatori, i protagonisti della mia storia. Loro, insieme a un vero peschereccio e a tutti gli altri attori non professionisti, hanno reso possibile la mia scommessa...ho girato per tre quarti in mare aperto, in presa diretta nel dialetto originale del lugo...". C'è aria di neorealismo dunque in questo esordio sicuramente incoraggiante e indovinato. Marra mette insieme un materiale certo non nuovo, ma lo organizza in forme precise e asciutte. Il rischio era quello di scadere nel banale, nel folkloristico, nello stereotipo. Se qualche passaggio in effetti risulta meno efficace, il grosso corre su un taglio narrativo che media documentarismo e pulsioni drammatiche più ampie. Marra tiene bene le fila dei fatti, osserva, non giudica, ma partecipa del disagio dei suoi protagonisti. Il ricorso ai non-professionisti offre certamente suggestioni di autenticità, con alcuni, inevitabili limiti. C'è denuncia nella parabola amara di questo gruppo, ma il film ha il merito di non perdersi in inutili sociologismi. Dal punto di vista pastorale, é da valutare come positivo, accettabile quindi, con qualche riserva per momenti meno risolti, ma nell'insieme decisamente realistico.
Utilizzazione
Il film è da utilizzare in programmazione ordinaria. Da recuperare come prodotto italiano ben confezionato, utile per riflettere su situazioni, condizioni di lavoro e personaggi della nostra vita quotidiana.