Orig.: Stati Uniti (2000) - Sogg. e scenegg.: Eheren Kruger - Fotogr.(Scope/a colori): Alan Caso - Mus.: Alan Silvestri - Montagg.: Tony Gibbs, Michael Kalin - Dur.: 105' - Produz.: Marty Katz, Chris Moore, Bob Weinstein.
Interpreti e ruoli
Ben Affleck (Rudy Duncan), Charlize Teron . (Ashley/Millie), James Frain (Nick Cassidy), Gary Sinise (Gabriel), Dennis Farina (Jack Banks), Donald Logue, Isaac Hayes
Soggetto
Uscito dal carcere, Rudy Duncan deve adempiere alla promessa fatta al compagno di cella Nick, ucciso in una rissa, di andare a trovare Ashley, la ragazza con cui Nick aveva intrattenuto rapporti epistolari senza mai incontrarla. Quando vede Ashley, di irresistibile bellezza, Rudy cambia idea e dice di essere Nick. Ashley è conquistata dal fascino del ragazzo, ma le buone premesse si interrompono quasi subito. Si intromette infatti Gabriel, il fratello di lei, violento e rissoso: vuole avere da Nick, secondo quando stabilito, le indicazioni per una rapina da compiere in un casinò della zona, con la banda travestita da Babbo Natale. Poiché non era a conoscenza di questo accordo, Rudy é costretto a prendere tempo. Scappa, viene ripreso e messo alle strette. Servono sei persone per fare il colpo, e anche Ashley partecipa. Più tardi, Rudy ascolta e scopre che Gabriel e Ashley non sono fratelli ma amanti. Finalmente arrivano al casinò, entrano per rapinare, c'è una sparatoria, ma riescono a prendere i soldi e a scappare. Quando si fermano per dividere, Ashley all'improvviso uccide Gabriel. Allora riappare anche il vero Nich, che era vivo e aveva architettato tutto il piano con la complicità di Ashley, che in realtà si chiama Milly. Rudy però riesce a reagire e fa fuori sia Nick che Milly. Quindi, come se niente fosse, torna nella sua piccola città e si presenta a casa per consumare con genitori e famiglia il pranzo di Natale.
Valutazione Pastorale
La storia accumula nella parte finale una serie di colpi di scena che, se da un lato ne movimentano l'andamento, dall'altro rendono tutto l'insieme troppo macchinoso e incongruente. Per il resto il copione si adagia su situazioni prevedibili, viste e riviste. Il gioco della prevaricazione dell'uno contro l'altro é dato come del tutto pacifico e naturale, tutti fanno a gara a sopraffarsi, e poi arriva il finale consolatorio: che in realtà crea ancora più fastidio, perché sa di fasullo e di posticcio, é pretestuoso, e rende tutto il racconto estremamente falso. I comportamenti dei personaggi non sono riscattati, non c'è pietà, non c'é denuncia. Resta quindi da concludere che si tratta di un prodotto commerciale scadente e mal riuscito. Dal punto di vista pastorale, è da valutare come inaccettabile, e amorale, proprio per la sostanziale assenza di qualunque dimensione critica verso l'agire criminale dei protagonisti.
UTILIZZAZIONE: l'utilizzazione da evitare sia in programmazione ordinaria sia in altre circostanze. Attenzione per i minori in occasione di passaggi televisivi.