CONTROVENTO

Valutazione
Inaccettabile, negativo
Tematica
Donna, Famiglia - fratelli sorelle, Psicologia
Genere
Drammatico
Regia
Peter Del Monte
Durata
94'
Anno di uscita
2000
Nazionalità
Italia
Titolo Originale
/////
Distribuzione
Istituto Luce
Musiche
Paolo Silvestri
Montaggio
Simona Paggi

Orig.: Italia (2000) - Sogg. e scenegg.: Gloria Malatesta, Claudia Sbarigia, Peter Del Monte - Fotogr.(Panoramica/a colori): Saverio Guarna - Mus.: Paolo Silvestri - Montagg.: Simona Paggi - Dur.: 94' - Produz.: Carlo Pontesilli, Peter Del Monte, Andrea de Liberato.

Interpreti e ruoli

Margherita Buy (Clara Spinelli), Valeria Golino (Nina Spinelli), Ennio Fantastichini (Leonardo), Maria Monti (la mamma)

Soggetto

A Torino Clara, psichiatra timida e riservata, fa la conoscenza di Leonardo Bandini, un infermiere dai modi bruschi e spicci. Questi dice di essere un amico di Nina, sorella di Clara, che non vede da tempo e di cui vorrebbe avere notizie. Nina fa l'attrice, è spesso in giro ed anche Clara ne sa ben poco. Clara e Leonardo si rivedono e di lì a poco la donna é attratta dai modi misteriosi ed enigmatici di lui. Comincia una relazione, e lei si trasferisce a casa sua. Quando Nina torna in città, Leonardo la incontra. Di notte, l'uomo lascia Clara e va da Nina. Un giorno Leonardo sparisce, e Clara vorrebbe lasciare la città. Leonardo e Nina si rivedono, vanno insieme fuori Torino, si fermano, lei lo lascia a piedi e con la macchina si butta dal ponte. Tempo dopo Leonardo nella sede degli alcolisti confessa agli altri la propria instabile situazione. Nel suo studio Clara sta cercando di far parlare Teresa, una bambina chiusa nel mutismo. A un certo punto Clara comincia a piangere e dice di essere triste. Risponde allora Teresa: "Anch'io sono triste, ma poi passa...".

Valutazione Pastorale

Un film sulla solitudine e sul bisogno d'affetto nella società contemporanea. Molto frequentata dal recente cinema italiano, Torino sembra essere la città che meglio si presta ad accogliere scenari di disamore al limite della disperazione. Passato decisamente in secondo piano (se non del tutto ignorato) l'aspetto sociale o sociologico, a catalizzare tutta l'attenzione sono le carenze affettive, di relazioni umane o interpersonali. Sia il copione sia la regia di Del Monte lavorano sulla rappresentazione di un azzeramento totale di questi momenti interiori: due sorelle di agiata famiglia borghese non si parlano e non si vedono, i rispettivi ruoli di psichiatra e di attrice più che unire creano barriere, aprono solchi di incomunicabilità; l'uomo che le fa riavvicinare é alcolizzato, disorientato, e fare l'infermiere non significa per lui alcunché. Lo guida una sorta di animalità, una sessualità istintiva dentro cui Clara, resta impigliata e da cui Nina si allontana col suicidio. Il quadro che il film dipinge è disperato e senza sbocchi, dominato da una tristezza esistenziale priva di alternative. Difficile da accettare sul piano strettamente etico, la storia é poi appesantita da dialoghi o incongrui (fino al risibile) o inopinatamente sboccati e inutilmente volgari. Per tutti questi motivi il film, dal punto di vista pastorale, è da ritenere inaccettabile, sottolineando il 'negativo' come nota dominante del racconto.
UTILIZZAZIONE: il film é da escludere dalla programmazione ordinaria. Molti dubbi ci sono anche a riguardo di proposte più mirate per adulti, e molta attenzione va posta da parte di genitori ed educatori in caso di visioni su piccolo schermo.

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