Orig.: Francia (2001) - Sogg.: Luc Besson - Scenegg.: Jessica Kaplan - Fotogr.(Scope/a colori): Thierry Arbogast - Mus.: Pascal Lafa & Poz - Montagg.: Sylvie Landra - Dur.: 93' - Produz.: Leeloo Productions.
Interpreti e ruoli
Mia Frey (India Rey), Garland Whitt (Jasper Rey), Rodney Eastman (Isac), Josh Lucas, Feodor Atkine
Soggetto
A New York la giovane India ha la passione per la danza e il sogno di arrivare a Broadway. India è muta ma in discoteca vince le sfide di ballo che il dj organizza. Intanto in un laboratorio due studiosi di questi fenomeni legati al rapporto udito-suoni, Isaac e Stephane, decidono di andare nel locale a vedere India esibirsi. Isaac vuole conoscerla e, in seguito, va all'audizione dove India si è iscritta. La ragazza viene scelta ma, appena viene fuori la verità su di lei, è subito scartata. Nel frattempo Isaac ha messo a punto un apparecchio che può in qualche modo porre un rimedio a quelle situazioni. Dopo qualche esitazione, India si convince ad andare al laboratorio e a fissare sulla pelle un sensore che consente di esprimere suoni. Da quel momento India si reca ntutti i giorni al laboratorio. Ed ecco ora India protagonista ancora più applaudita degli spettacoli nei vari locali.
Valutazione Pastorale
Presa la decisione, dopo aver diretto l'epico e magniloquente "Giovanna d'Arco", di organizzare solo la produzione di film, lasciando ad altri la regia, il francese Luc Besson affida al suo ex aiuto regista Frédéric Garson il compito di tradurre in immagini un soggetto a dire il vero esile e un po' sottotono. In effetti la storiella, girata in territorio newyorchese, si limita a mettere in sequenza musica, ballo, atmosfere da discoteca, esperimenti pseudoscientifici, dando all'insieme il tono della favola moderna. A poco a poco i buoni sentimenti prevalgono e vincono, e se il percorso risulta troppo edificante e pecca per mancanza di realismo, l'accenno a certi valori merita tuttavia attenzione: il fratello Jess che si prende cura con dedizione di India; la musica come linguaggio per far nascere la comunicazione e superare l'handicap. Dal punto di vista pastorale, il film è da valutare come accettabile, e senz'altro semplice.
UTILIZZAZIONE: il film è da utilizzare in programmazione ordinaria, e da recuperare come proposta nell'ambito del rapporto cinema/handicap.