Orig.: Italia (2002) - Sogg. e scenegg.: Filippo Bellizzi, Marco Damilano, Massimo De Lorenzo, Marco Marafini, Mattia Torre, Luca Vendruscolo - Fotogr.(Panoramica/a colori): Luca Coassin - Mus.: Giuliano Taviani - Montagg.: Luca Benedetti - Dur.: 90' - Produz.: Gianluca Arcopinto per Axelotil Film.
Interpreti e ruoli
Alessandro Tiberi (Matteo), Massimo De Lorenzo (Corrado), Luca Amorosino (Moretti), Andrea Sartoretti (Pallino), Mattia Torre (Mercalli), Barbara Bonanni (Beatrice), Franco Ravera . (Franco)
Soggetto
Uno spacciatore tetraplegico, una bella ragazza in carrozzina, un camionista sclerotico più altri portatori di handicap con responsabili un po' isterici e altre ragazze volontarie: è la comunità Ismaele, alla periferia di Roma, nella quale arrivano Matteo, per un errore (aveva chiesto il servizio civile in ambito culturale), e Corrado, obiettore di coscienza. Nella comunità si trovano ad affrontare da subito tutte le difficoltà della vita quotidiana ed entrano in contatto con problemi mai conosciuti prima: turni di lavoro incalzanti, giorni liberi che saltano, qualche uscita in città. Franco, il camionista, parte per le vacanze ma poco dopo giunge la notizia della sua morte: aveva l'ulcera e non ha voluto essere curato. Renato, lo spacciatore, quando é fuori, non esita a continuare l'attività di sempre: incontra un amico che gli consegna droga. Barbara, in carrozzina, corteggia Matteo e i due fanno l'amore, fino a quando non arriva il fidanzato di lei. Il 31 dicembre dall'Africa torna don Anselmo. Quando arriva in comunità c'é una festa. Renato si é drogato e viene salvato all'ultimo istante. Matteo e Corrado, ritenuti colpevoli di aver fatto entrare la droga, sono trasferiti a Capracotta, dove finiscono il servizio. A maggio si congedano. I loro 12 mesi sono ricordati come "i bei tempi".
Valutazione Pastorale
Anche se la leva militare non é più obbligatoria, temi importanti quali quelli del servizio civile e della obiezione di coscienza (da molti anni presenti nelle scelte della giovani generazioni) sono ancora abbastanza marginali nel dibattito e nell'opinione pubblica italiani. Opportuno dunque arriva questo film che si colloca sul versante quanto mai delicato del rapporto con l'handicap e nasce appunto dall'esperienza di servizio civile che Luca Vendruscolo (Udine, 1966) ha svolto nella comunità Capodarco di Roma. "Circa un anno dopo la fine del servizio -racconta Vendruscolo- cominciai a ricontattare alcuni obiettori con cui c'era stata la maggiore intesa e a coinvolgerli in una difficoltosa opera di scrittura...Le nostre caratteristiche sono finite mescolate e ricomposte nei vari personaggi...Un concetto che ci ha guidato durante la scrittura é stato sicuramente quello della ingiudicabilità. Non volevamo esprimere giudizi sui comportamenti. Il tema del film credo che sia la difficoltà della convivenza e per noi tutti i personaggi hanno ragione di fare quello che fanno, perfino i più antipatici, perché dietro ogni verità ce n'é una più profonda". Il copione mette dunque sul tappeto i molti aspetti legati all'approccio con la realtà spesso sconosciuta e difficile da interpretare dell'handicap: le esigenze quotidiane (anche quelle sgradevoli), le diffidenze da superare, la ricerca di un dialogo, i bisogni affettivi e sentimentali. Tra ansie, paure, incomprensioni, momenti di serenità, il racconto si fa cronaca dura ma sincera , priva di patetismi o di retorica. Se dunque convince e coinvolge l'approccio asciutto ad una materia che interpella in modo diretto la nostra sensibilità di uomini e di cittadini, va aggiunto che debole e irrisolto resta l'impatto filmico del racconto. Alcuni aspetti dell'argomento sono poco sviluppati (perché nasce la comunità; non entrano mai in gioco le famiglie; il gruppo e il luogo appaiono del tutto staccati dalla città, dalla società, dagli altri), e, più in generale, poco approfondita é la ricerca di senso di questo servizio, i valori che lo muovono (sottintesi, si dirà, ma non sempre evidenti: solidarietà, fratellanza, rispetto per la vita, dignità della persona). Difetti di costruzione forse da attribuire all'inesperienza da opera prima e che non tolgono interesse ad un film significativo che, dal punto di vista pastorale, é da valutare come accettabile, problematico e senz'altro adatto per dibattiti.
UTILIZZAZIONE: il film può essere utilizzato in programmazione ordinaria e in seguito proposto in molte circostanze (anche in ambito scolastico) come avvio ad una riflessione sui molti spunti che suggerisce (l'handicap in primo piano, ma anche i giovani, il ruolo delle strutture, le forme di gestione, il servizio civile, l'obiezione di coscienza...).