Orig.: Stati Uniti (2002) - Sogg. e scenegg.: Doug Jung - Fotogr.(Scope/a colori): Juan Ruiz Anchia - Mus.: Christopher Beck - Montagg.: Stuart Levy - Dur.: 97' - Produz.: Marc Butan, Michael Burns, Michael Ohoven, Michael Paseornek.
Interpreti e ruoli
Edward Burns (Jake), Rachel Weisz (Lily), Dustin Hoffman (Re), Paul Giamatti (Gordon), Andy Garcia (Butan), Luis Guzman
Soggetto
Jake, a capo di una banda di truffatori, va dal gangster chiamato Re per scusarsi di uno sgarbo fatto involontariamente. Re gli propone di organizzargli a sua volta una truffa ai danni del boss Morgan Price. Per questo lavoro Jake chiede 200mila dollari, che restituirà alla fine dell'impresa. Nel mettersi all'opera, Jake assolda anche una ragazza, l'affascinante Lily. Butan, un agente FBI, è da tempo sulle tracce di Re, e aspetta il momento buono per incastrarlo. Il rovesciamento delle situazioni si fa incalzante, e alla fine Re viene arrestato dalla polizia. Butan e Jake erano d'accordo, e ora loro due e Lily vanno via con il bottino sotratto a Re, e fatto credere sparito alla polizia e all'FBI.
Valutazione Pastorale
La truffa, l'abilità dei truffatori, le capacità per così dire 'artistiche' del mentire, del barare, del manipolare: un copione tipico della commedia americana, che trovò uno dei momenti migliore nel famoso "La stangata", con Robert Redford e Paul Newman. Qui il livello è decisamente più basso. Sia perchè il copione è costruito su un concatenarsi di episodi che mescolano passato e presente ingenerando frammentazione e confusione, sia perchè, e sopratutto, l'esasperata accentuazione delle caratterizzazioni produce ripetizione, stereotipo, infine noia. Certo si tratta del racconto di un gioco, un po' realistico molto di più arricchito come su una scacchiera su cui far muovere le pedine: chi truffa chi? chi vince? chi perde? Nelle varie fasi affrettate e disordinate, si perde la sostanza di serietà e sembrano prevalere leggerezza e banalità. Tutto questo improbabile 'divertimento' é poi corredato e commentato da pesantezze di linguaggio insistite e reiterate fino all'esaperazione come una fotocopiatura senza fine. Restando ben poco altro, il film, dal punto di vista pastorale, è da valutare come futile, nella sua vacuità, e caratterizzato da volgarità.
UTILIZZAZIONE: un'eventuale utilizzazione in programmazione ordinaria è opportunamente da riservare ad un pubblico adulto. Molta attenzione è da tenere per i minori in caso di passaggi televisivi.