Orig.: Stati Uniti (2000) - Sogg.: tratto dal romanzo "Jackson Pollock" di Gregory Naifeh e Steven Whitesmith - Scenegg.: Barbra Turner, Susan D.Emshwiller - Fotogr.(Normale/a colori): Lisa Rinzler - Mus.: Jeff Beal - Montagg.: Katrin Himoff - Dur.: 121' - Produz.: Jon Kilik, James Francis Trezza.
Interpreti e ruoli
Ed Harris (Jackson Pollock), Marcia Gay Haden (Lee Krasner), Bud Cort (Howard), Val Kilmer (De Koening), Amy Madigan (Peggy Guggenheim), Jennifer Connoly (Ruth), Sally Murphy . (Edith)
Soggetto
New York, Greenwich Village, novembre 1941. A casa del pittore Jackson Pollock arriva Lee, che di li a poco esporrà nella stessa collettiva. Quando viene ricoverato per alcoolismo, Lee si prende cura di lui e da quel momento i due cominciano a vivere insieme. Incoraggiata dalle notizie sentite, Peggy Guggenheim va a vedere i suoi dipinti, li apprezza e così Pollock ottiene la sua prima 'personale', a New York l'8 novembre 1943. Seguono dipinti di grandi dimensioni, che non lo soddisfano, e Pollock è spesso sbronzo. Lee gli chiede di sposarsi, e lui aggiunge che si vuole sposare in chiesa. Nel novembre 1945, come marito e moglie, si trasferiscono fuori città. Pollock cambia pittura. La rivista LIFE gli chiede una intervista. Il 21 novembre 1949 Pollock inaugura una nuova 'personale'. Poco dopo un operatore arriva nella casa di campagna per girare un film super8 sul suo lavoro. Il 28 novembre 1950 i suoi nuovi dipinti vengono esposti alla Betty Parsons Gallery. 5 anni dopo. Le liti tra Lee e Pollock sono ormai troppo frequenti. Lui ha una relazione con un'altra e vuole divorziare, lei non ne ha intenzione e aggiunge di volersi recare in Europa per visitare alcuni musei. Parte da sola. Pollock riceve l'amante Ruth che si presenta con un'altra amica, Edith. In tre si dirigono verso una festa. Pollock é alla guida, ubriaco. Accelera, sbanda, esce di strada. Pollock e Edith muoiono, si salva solo Ruth. E' il 1956.
Valutazione Pastorale
Al cinema le biografie dei pittori non hanno mai avuto grossa fortuna. Da Tolouse Lautrec a Van Gogh il clichè nel quale quasi inevitabilmente si finisce per cadere è quello del 'genio e sregolatezza'. Così anche in questo caso il racconto degli ultimi quindici anni della vita di Pollock finisce per essere il resoconto di intuizioni artistiche e di modalià creative da un lato e di liti, sbronze, ossessioni, offese, eccessi verbali e materiali dall'altro. Tuttavia Jackson Pollock, considerato l'inventore dell'action painting e il capostipite di una pittura capace, attraverso l'informale, di interpretare angosce e speranze del mondo uscito dalla guerra mondiale, meritava questo omaggio: che Ed Harris ha fortemente voluto e opportunamente ha giocato sul versante dell'indagine psico-interiore del protagonista. Il dramma di Pollock insomma é nell'incapacità di comunicare, di ascoltare ed essere ascoltato in una società nella quale i mass-media stanno diventando sempre più predominanti. Il ritratto è ben realizzato, ben calato nelle sua epoca anche per la scelta di colori un po' sporchi e offuscati. Dal punto di vista pastorale, ponendo attenzione soprattutto all'umanità fragile del personaggio, il film è da valutare come accettabile, con riserve per qualche passaggio meno riuscito, meno motivato, sopra le righe, ma nell'insieme problematico, e adatto per dibattiti.
UTILIZZAZIONE: il film può essere utilizzato in programmazione ordinaria. Da recuperare in occasioni mirate, per riflettere sul personaggio Pollock, sul suo ruolo nella pittura del secondo Novecento, sul rapporto sfaccettato cinema/pittura.