IL MAESTRO CAMBIAFACCIA

Valutazione
Accettabile, semplicistico
Tematica
Cinema nel cinema, Il comico
Genere
Grottesco
Regia
Perry Andelin Blake
Durata
86'
Anno di uscita
2003
Nazionalità
Stati Uniti
Titolo Originale
The master of disguise
Distribuzione
Columbia Tristar Films Italia
Musiche
Marc Ellis
Montaggio
Peck Prior, Sandy Solowitz

Orig.: Stati Uniti (2002) - Sogg. e scenegg.: Dana Carvey, Harris Goldberg - Fotogr.(Normale/a colori): Peter Lyons Collister - Mus.: Marc Ellis - Montagg.: Peck Prior, Sandy Solowitz - Dur.: 86' - Produz.: Sid Ganis, Alex Siskin, Barry Bernardi, Todd Garner.

Interpreti e ruoli

Dana Carvey (Pistachio Travestoni), Jennifer Esposito (Jennifer), James Brolin (Fabrizio Travestoni), Harold Gould ( il padre), Brent Spiner (nonno Travestoni), Maria Canals (Devlon Bowman)

Soggetto

Dopo un prologo nella Palermo del 1979, oggi a New York il giovane Pistachio Travestoni lavora come cameriere e imita el voci dei clienti. Poco dopo i suoi genitori vengono rapiti e per Pistachio comincia un brutto periodo alla loro ricerca. Il nonno arriva per dargli i primi consigli, poi insieme fanno una serie di audizioni per individuare una assistente. Alla fine viene ingaggiata Jennifer. Seguendo varie piste, i due si trovano coinvolti prima nelle gare al ristretto club della Tartaruga poi finiscono alla fiera dell'antiquariato. In ogni occasione Pistachio supera le difficoltà assumendo identità e voci diverse. Finalmente il padre viene individuato e liberato. Ora Jennifer e Pistachio possono restare insieme senza più doversi nascondere. E Pistachio viene nominato maestro dei travestimenti.

Valutazione Pastorale

Si tratta di una storia di taglio demenziale con frequenti cadute nel grottesco. Ad essere generosi, e per farsi capire, ci si muove tra Jerry Lewis e Danny Kaye, ossia nei paraggi di un protagonista che si traveste mille volte, cambia aspetto, voce, espressione, e fa ruotare intorno a se (a questi 'trasformismi') tutto il succo della vicenda. Troppo a lungo risulta prevalente una comicità di tipico gusto americano, con riferimenti a personaggi (reali e di fiction) a noi ignoti; e con giochi di parole che si perdono nella traduzione. Tuttavia l'attore che prende il film tutto su di sé é indubbiamente bravo, dedito a gags strampalate e assurde, dove spunta anche un po' di autoironia. A restare in primo piano è l'invito a non arrendersi alle difficoltà, ad adattarsi alle situazioni, e ad insistere nella ricerca dei genitori. In definitiva, dal punto di vista pastorale, il film é da valutare come accettabile, e anche se nell'insieme semplicistico.
UTILIZZAZIONE: più che in programmazione ordinaria, il film può essere utilizzato come passatempo di immediata e rapida fruizione, e come esempio di comicità tutta "all'americana".

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