Orig.: Francia (2000) - Sogg. e scenegg.: Philippe Lioret, Christian Sinninger con la collaborazione di Emmanuel Courcol - Fotogr.(Panoramica/a colori): Bertrand Chatry - Mus.: Philippe Sardé - Montagg.: Mireille Leroy - Dur.: 85' - Produz.: Patrick Godeau.
Interpreti e ruoli
Sandrine Bonnaire (Claire), Jacques Gamblin (Pierre), Jacques Boudet (Gilbert), Isabelle Candelier, Zinedine Squalem.
Soggetto
Quando Claire, promotore farmaceutico sui quaranta anni, sposata con due figli, incrocia con lo sguardo dalla macchina un oggetto particolare, il suo ricordo va a qualche anno prima. All'incontro con Pierre, un ragazzo più giovane aggregato ad una compagnia di teatranti. Lei, fuori per lavoro, voleva rientrare casa, ma aveva più volte posticipato la scelta del treno. Finchè aveva perso anche l'ultimo della giornata, e allora era rimasta in albergo con lui. Qui i due si sono baciati e hanno trascorso la notte insieme. La mattina dopo lei ha preso il treno delle 7.12, non prima di avergli lasciato in ricordo al bar un oggetto curioso: un faro. Ora Claire è di nuovo a casa, con il lavoro, il marito, i bambini. Resta solo il ricordo.
Valutazione Pastorale
Si tratta di una commedia di inconfondibile stampo francese. Vi circola quell' "esprit" che ha il sapore del tempo passato, della memoria, della dolcezza del presente. Claire ritorna al momento di quell'avventura tanto imprevisto quanto rapido: nel gesto non c'era volontà di tradimento, forse paura, timore, incertezza. Un ricordo, una cronaca delicata e pudica, raccontata con tocco narrativo leggero. Certo va detto che la figura del marito non entra mai in gioco, e che la presenza del resto della famiglia appare come un contorno rapido e sfuggente. Prevalente resta l'idea del sogno: quell'avvenimento raccontato, quella notte sono realmente accaduti? Claire ricorda o immagina? Molto resta non detto, non esplicitato, in uno stile per certi versi anche letterario e intellettuale. Nell'insieme dunque, considerata anche la misura del racconto (mai eccessivo nè sguaiato), il film, dal punto di vista pastorale, è da valutare come accettabile, con riserve per l'ambiguità indotta dagli interrogativi sopra ricordati.
UTILIZZAZIONE: il film è da utilizzare in programmazione ordinaria, con preferenza per un pubblico adulto. Attenzione per la presenza di minori in occasione di eventuali passaggi televisivi.