THE MAJESTIC

Valutazione
Accettabile, semplice**
Tematica
Cinema nel cinema, Libertà, Politica-Società
Genere
Commedia
Regia
Frank Darabont
Durata
152'
Anno di uscita
2002
Nazionalità
Stati Uniti
Titolo Originale
The majestic
Distribuzione
Warner Bros Italia
Musiche
Mark Isham
Montaggio
Jim Page

Orig.: Stati Uniti (2001) - Sogg. e scenegg.: Michael Sloane - Fotogr.(Normale/a colori): David Tattersall - Mus.: Mark Isham - Montagg.: Jim Page - Dur.: 152' - Produz.: Frank Darabont.

Interpreti e ruoli

Jim Carrey (Peter Appleton), Amanda Detmer. (Sandra Sinclair), Harry Trimble (Martin Landau), Laurie Holden (Adele Stanton), James Whitmore (Stan), Bob Balaban (Presidente Commissione), Brent Briscoe, Jeffrey DeMunn, Allen Garfield, Hal Holbrook, Ron Rifkin, David Ogden Stiers

Soggetto

Hollywood, 1951. Lo sceneggiatore Peter Appleton, in seguito al successo del suo primo film "I predoni del Sahara", aspetta sicuro una nuova scrittura. Lo studio invece all'improvviso lo licenzia perchè é finito sulle liste nere del senatore McCarthy. Quella sera Peter, alla guida dopo aver bevuto parecchio, ha un incidente, precipita in mare, batte la testa. Si risveglia la mattina, arriva in una cittadina, viene interrogato dallo sceriffo e si accorge di aver perso la memoria. Ci vuole poco però perchè qualcuno lo scambi per un altro (un certo Luke disperso in guerra) e cominci a diffondere la notizia. Arriva Henry, l'anziano padre di Luke, lo porta a casa, e poi gli mostra il cinema Majestic, chiuso da tempo e che lui vuole riaprire. Non ricordando niente, Peter si adatta alla situazione, e così diventa simpatico, si mette al lavoro, conosce Adele, che stava con Luke. Quando nel cinema ormai riaperto, arriva "I predoni del Sahara", Peter si ricorda chi è. Henry intanto muore di infarto e ai funerali, l'FBI fotografa il sedicente Luke. Inesorabile arriva il mandato di comparizione per Peter Appleton. Adele ha capito tutto, lo rimprovera. Lui le lascia una lettera firmata Luke, poi va in tribunale. Scagionato, torna nella cittadina. Ora è veramente un eroe, e resta lì, pronto a staccare i biglietti del cinema.

Valutazione Pastorale

Il periodo della 'caccia alle streghe' scatenato dal senatore McCarthy all'inizio degli anni '50 continua a rivelarsi fecondo di stimoli e di suggerimenti quale compendio di molte mitologie dell' "american way of life". Nelle due ore e mezzo di questo copione-fiume, Frank Darabont (già autore di "Le ali della libertà" e di "Il miglio verde") racconta una storia americana che parte da Frank Capra e arriva fino a "The Truman show". Il cinema, in primo luogo: il cinema che si fa negli studios ma anche la sala cinematografica che lo ospita, e quindi l'accoglienza, lo stare insieme, il fare comunità davanti allo schermo. E dal cinema altri due segnali: la libertà d'espressione come motore di creatività, il rapporto finzione/vita reale per costruire storie che sappiano far riflettere ma anche commuovere e aprire alla speranza. E poi la cittadina di provincia, limpida e onesta; l'onore ai morti in guerra; l'eroe come persona che dà fiducia e che diventa nemico se inganna la buona fede degli altri. Cinema nel cinema, il film si dipana un po' "all'antica", con punte di retorica che però ancora una volta rimandano al grande melò anni '50. Ma nell'insieme prevale la commozione del tono rievocativo, che sfocia quasi in un favola, ma anche in un itinerario di stati d'animo, di sfumature, di sguardi. Forse con qualche compiacimento, ma con l'intenzione di riportare in primo piano quei valori di libertà e di comprensione che non devono mai essere abbandonati. Film coinvolgente che, dal punto di vista pastorale, é da valutare come accettabile, e semplice nella fruizione.
UTILIZZAZIONE: realizzato con grande cura formale e ben recitato, il film é da utilizzare in programmazione ordinaria. Da recuperare quasi come sintesi di storia del cinema americano e nell'ambito del rapporto cinema/società.

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