KISSING JESSICA STEIN

Valutazione
Discutibile, scabrosità
Tematica
Amicizia, Donna, Omosessualità, Psicologia
Genere
Commedia
Regia
Charles Herman-Wurmfeld
Durata
96'
Anno di uscita
2002
Nazionalità
Stati Uniti
Titolo Originale
Kissing Jessica Stein
Distribuzione
20th Century Fox Italia
Musiche
Marcelo Zarvos
Montaggio
Kristy Jacobs Maslin, Gregory Tillman

Orig.: Stati Uniti (2001) - Sogg. e scenegg.: Heather Juergensen, Jennifer Westfeldt - Fotogr.(Panoramica/a colori): Lawrence Sher - Mus.: Marcelo Zarvos - Montagg.: Kristy Jacobs Maslin, Gregory Tillman - Dur.: 96' - Produz.: Eden Wurmfeld, Brad Zions.

Interpreti e ruoli

Jennifer Westfeld (Jessica Stein), Heather Juergensen (Helen Cooper), Scott Cohen (Josh Meyers), Tovah Feldshuh (Judy Stein), Jackie Hoffman (Joan), Michael Mastro (Martin), Carson Elrod (Sebastian), David Aaron Baker (Dan Stein), Jon Hamm (Charles), Robert Ari . (Sidney Stein)

Soggetto

A New York, Jessica Stein è giornalista, ebrea, e ancora in attesa dell'incontro con l'uomo giusto. Helen Cooper invece dirige una galleria d'arte e non riesce a vivere una relazione soddisfacente. Per scherzo o per stanchezza, le due si incontrano tramite un annuncio per cuori solitari. Cominciano ad uscire insieme. Dapprima parlano per cercare di conoscersi meglio, poi a casa provano a scambiarsi affettuosità ma non ci riescono. Per il pranzo della Shabbath, Jessica è invitata a casa dei genitori. Cerca di inventarsi una scusa, ma poi decide di presentarsi con Helen. Passano tre mesi. Jessica ha paura a portare Helen al matrimonio del fratello. La mamma però ha capito la situazione, le due ragazze intervengono alla festa e non si nascondono ai presenti. Dopo quella circostanza, Jessica e Helen vanno a vivere insieme. Passano ancora tre mesi. L'armonia non c'è più. Jessica e Helene capiscono che il loro rapporto non ha niente di autentico. Helene vuole andare via, e si decide quando incontra di nuovo Joshua, un amico che aveva dimostrato affetto per lei.

Valutazione Pastorale

New York, anzi Manhattan, la cultura ebraica, i giornali, le gallerie d'arte, gli intellettuali, e, su tutto, la confusione sentimental-sessuale: grande collante delle conversazioni, terreno di psicologie insoddisfatte, di discorsi senza inizio e senza fine, luogo di snobismi quasi sempre 'politicamente corretti'. Woody Allen occhieggia dietro questo quadretto al femminile, che é sintesi di una società che gioca a inventarsi insoddisfazioni per rinviare il momento della assunzione di responsabilità. Jessica e Helene fanno coppia senza volerlo e non possono fare altro che lasciarsi, finito il momento della provocazione nei confronti degli altri. Restando abbastanza leggero nei toni, riuscendo a non calcare troppo la mano su situazioni che potevano essere sfruttate diversamente, il film conserva una certa coerenza espressiva, non è volgare, non cede a possibile azioni pruriginose, e lancia qualche piccolo segnale di realtà sociale e affettiva. Dal punto di vista pastorale, é da valutare come discutibile, e comunque caratterizzato da qualche scabrosità
UTILIZZAZIONE: più che in programmazione ordinaria, il film è da utilizzare in occasioni mirate, in una ideale galleria dedicata a New York, Woody Allen, e affini.

Le altre valutazioni

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