Orig.: Francia/Spagna (2000) - Sogg. e scenegg.: André Techiné, Faouzi Bensaidi con la collaborazione di Mehdi Ben Attia - Fotogr.(Scope/a colori): Germain Desmoulins - Mus.: Juliette Garrigues - Montagg.: Hervé De Luze - Dur.: 120' - Produz.: Said Ben Said.
Interpreti e ruoli
Stephane Rideau (Serge), Lubna Azabal (Sarah), Mohamed Hamaidi (Said), Yasmina Reza (Emily), Jack Taylor (James), Rachida Brakni (Nezha), Nabila Baraka . (Farida)
Soggetto
Il camionista Serge esporta stoffa in Marocco e importa abiti di lusso in Francia. Quando arriva a Tangeri, si incontra con la sua amante Sarah, e con l'amico Said. Stavolta Serge accetta di usare il proprio camion per contrabbandare hashish. A Tangeri sono previsti tre giorni di permanenza. Serge deve riconquistare Sarah, che vuole lasciarlo. La ragazza gestisce una pensione di proprietà della famiglia ma, dopo la morte della madre, il fratello vorrebbe portarla con sé a Montreal. Said lavora come tuttofare nella pensione di Sarah ma forse resterà disoccupato e la sua idea fissa è quella di andare in Europa e vedere come si vive da quelle parti. Quando arriva il terzo giorno, Serge arriva di nuovo a Tangeri con l'ultimo carico clandestino. Va a trovare Sarah e tra i due arriva la rottura definitiva. Poi Serge ha un appuntamento con il mediatore, gli chiede i soldi pattuiti ma la risposta è che non ci sono. Intanto Said cerca di nascondersi per riuscire a scappare come clandestino. Serge lo vede, e lo fa allontanare.
Valutazione Pastorale
"Tangeri -dice il regista Techiné- é una sorta di spazio-frontiera, ponte e barriera al tempo stesso. Da un lato ci sono l'Africa ed i Paesi arabi, dall'altro l'Europa e l'America del Nord...E' una città tradizionalmente attraversata da quattro lingue: arabo, spagnolo, francese, inglese. Oggi ci sono anche le lingue africane, sopratutto il nigeriano. Ho fatto in modo che tutte queste lingue circolassero nel film. E'così che anche Tangeri é diventata un vero personaggio". Tra dramma e avventura, tra notazioni psicologiche e ritratti d'ambiente si muove una storia interessante più nel tono corale e nella cornice storica che non nel dettaglio del singolo personaggio. Il fatto è che Techine non riesce da evitare di cadere in una narrazione didascalica e lenta, appesantita da ripetizioni, insistenze, sottolineature. Il copione così, pur evidentemente costruito su riferimenti di cronaca e girato in estreni, non riesce mai ad essere veramente autentico, anzi rimanda un'idea di storia artificiosa e meccanica. Se tuttavia si prescinde da queste scelte formali un po' vecchie, e si rimane alla sostanza delle enunciazioni proposte all'inizio, il film può offrire qualche spunto di interesse e, dal punto di vista pastorale, evidenziate riserve per qualche inutile passaggio sopra le righe, può essere valutato come accettabile, proprio perché problematico del quadro sociale-culturale-religioso che fotografa, e adatto per dibattiti.
UTILIZZAZIONE: più che in programmazione ordinaria, il film si segnala per proiezioni mirate: per avviare riflessioni sui temi dell'incontro tra culture, tra Europa e Africa.