Orig.: Spagna (2001) - Sogg. e scenegg.: Augustin Diaz Yanes - Fotogr.(Scope/a colori): Paco Femenia - Mus.: Bernardo Bonezzi - Montagg.: Jose Salcedo - Dur.: 95' - Produz.: Edmundo Gill, Eduardo Campoy, Gerardo Herrero.
Interpreti e ruoli
Victoria Abril (Lola Nevado), Penelope Cruz (Carmen Ramos), Demian Bichir (Manny), Fanny Ardant (Marina D'angelo), Gael Garcia Bernal (Davenport), Gemma Jones (Nancy), Bruno Bichir (Eduardo), Elena Anaya . (Pili)
Soggetto
Marina D'Angelo, incaricata di curare gli affari del Paradiso, convoca Lola e le affida il compito di salvare l'anima di Manny, un pugile di scarse qualità però a rischio di vita in qualche prossimo incontro e in tal caso destinato ad andare all'Inferno. Il momento infatti è critico, il lavoro sta diminuendo e ogni persona recuperata serve a risollevare le sorti dell'attività. Capita così che anche dall'altra parte si stia facendo lo stesso ragionamento e che quindi Jack Davemport, amministratore delegato dell'inferno, dia a Carmen l'incarico di non farsi sfuggire quell'anima. Arrivate sulla Terra, Lola e Carmen cercano strade diverse per arrivare ai rispettivi obiettivi, entrano nella vita di Manny, sconvolgono i suoi ritmi quotidiani, aspettano di vederlo arrendersi. Quando chiedono consiglio, tutto si complica: nelle alte sfere del Paradico c'é confusione e incertezza; nel Consiglio dell'Inferno sono in lotta fazioni contrapposte. Finisce che Carmen e Lola da avversarie diventano simpatizzanti. Partecipano ad una rapina e sono condannate a tre anni di carcere. Ma ora Carmen, fuori dall'influenza dell'Inferno, può tornare ad essere quello che era prima dell'incarico: cioé un uomo.
Valutazione Pastorale
Bisogna dire che il giovane regista spagnolo Agustin Diaz Yanes (qui alla sua seconda opera) ha scelto tematiche difficili da trattare: si parla infatti di vita eterna, di contrasto bene/male, di libero arbitrio, di metafisica del quotidiano. Detti cosi, gli argomenti mettono giustamente paura, e l'autore allora li inquadra in una cornice spesso surreale ma più decisamente grottesca, nella quale l'importanza delle scelte personali e la libertà dell'individuo entrano in un gioco a incastro tra situazioni ora realistiche (la famiglia, il rapporto del pugile con la mamma) ora paradossali. Grande assente è proprio la figura del Padre Eterno, e non si coinvolge il divino nelle dinamiche terrene. Resta alla fine l'interrogativo su come la libertà dell'uomo si concili con la presenza di Dio. Consapevole di percorrere terreni delicati, e di toccare una materia che per certo cinema spagnolo è stata spesso oggetto solo di dileggio, il regista scherza con la confusione delle identità, e mantiene un tono leggero che non è mai banale né scontato. Certo ci sono qualche esemplificazione di troppo e qualche passaggio che ingenera confusione, ma nell'insieme il film offre stimoli da non trascurare e, dal punto di vista pastorale, é da valutare come discutibile, problematico e adatto a dibattiti.
UTILIZZAZIONE: ben condotto nell'intreccio e ben interpretato, il film é da utilizzare in programmazione ordinaria e da recuperare per riflessioni sui temi sopra elencati. Attenzione per i minori in caso di passaggi televisivi.