Orig.: Stati Uniti (2002) - Sogg.: tratto dai personaggi creati da Leo Benvenuti e Steve Rudnick - Scenegg.: Don Rhymer, Cinco Paul & Ken Daurio, Ed Decter & John J.Strauss - Fotogr.(Normale/a colori): Adam Greenberg - Mus.: George S.Clinton - Montagg.: David Finfer - Dur.: 95' - Produz.: Jeffrey Silver, Brian Reilly, Bobby Newmyer.
Interpreti e ruoli
Tim Allen (Santa Clause/Scott), Elizabeth Mitchell (Carol Newman), Judge Reinhold (Neil), Molly Shannon (Tracy), Eric Loyd.
Soggetto
Scott Calvin sta svolgendo ormai da otto anni con grandi lodi il lavoro di Babbo Natale, quando i suoi colleghi gli ricordano che è il momento di adempiere ad una clausola prevista dal contratto: trovare una donna e sposarsi prima della prossima festività. A Scott restano ormai solo 28 giorni per evitare di perdere il titolo. Il panorama però si complica ulteriormente. A casa il figlio Charlie è finito nella lista dei cattivi della scuola, e il padre cerca di dare spiegazioni alla preside Carol Newman. Di sopra, nel luogo di lavoro, i folletti cercano di non fermare il lavoro, creando un clone provvisorio di Babbo Natale. Questi però, ad un certo punto, diventa cattivo, atterrisce i folletti e minaccia di prendere il potere con i soldatini di latta. Incontratosi con Carol, Scott ne resta colpito e pensa che potrebbe essere la sua signora ideale. Ma il figlio Charlie si mette ancora in mezzo. E molte altre incomprensioni accadono, prima che il clone venga sconfitto, e che Scott e Carol riescano a dichiararsi reciproco amore. Ora i due si sposano, e Babbo Natale può cominciare sulla sua slitta la consegna dei regali per l'imminente festività.
Valutazione Pastorale
Il seguito del precedente "Santa Clause" (1995) si muove sulla falsariga di un tono favolistico imperniato sul tema del 'credere/non credere'. Il copione infatti con buona intuizione mescola le carte del 'possibile' e dell' 'inventato', alternando il tono fiabesco (con strani personaggi e maschere) con quello che riporta l'attenzione sulle tante sfaccettature della realtà (soprattutto in ordine alla famiglia). Se é vero che non mancano momenti un po' troppo sdolcinati, va aggiunto che resta prevalente l'invito a cogliere la magia della festa in una dimensione ora fantastica ora disincantata. Non ci sono, ma era prevedibile, accenni al significato più autentico del Natale. Si resta al livello epidermico di un divertimento tuttavia simpatico, spontaneo e giustamente infantile. Il film, dal punto di vista pastorale, è da valutare come accettabile, e nell'insieme semplicistico.
UTILIZZAZIONE: il film é da utilizzare in programmazione ordinaria, e da recuperare come spettacolo/passatempo per piccoli spettatori.