Orig.: Stati Uniti/Nuova Zelanda (2002) - Sogg.: tratto dal libro di J.R.R.Tolkien -Scenegg.: Fran Walsh, Philippa Boyens, Stephen Sinclair, Peter Jackson - Fotogr.(Scope/a colori): Andrew Lesnie - Mus.: Howard Shore - Montagg.: Michael Horton con Jabez Olssen - Dur.: 179' - Produz.: Barrie M.Osborne, Fran Walsh, Peter Jackson.
Interpreti e ruoli
Elijah Wood (Frodo Baggins), Ian Mckellen (Gandalf), Viggo Mortensen (Aragorn), Sean Astin (Sam), Christopher Lee (Saruman), Miranda Otto (Eowyn di Rohan), Brad Dourif (Wormtongue), Liv Tyler (Arwen), Cate Blanchett (Galadriel), John Rhys Davies (Gimli), Billy Boyd (Pipino), Orlando Bloom (Legolas), Hugo Weaving (Elrond), Bernard Hill (Theoden)
Soggetto
Mentre capiscono di essersi persi tra le colline di Emyn Muil, Frodo e Sam si accorgono di essere seguiti da Gollum, strana creatura romasta storpiata dopo essere venuta a contatto con l'Anello. Gollum promette ai due Hobbit di guidarli fino alle Oscure Porte di Mordor a patto di essere poi lasciato libero. Sam non si fida, Frodo invece prova pietà nei confronti di Gollum e accetta la proposta. Intanto attraverso la Terra di Mezzo, Aragorn, l'elfo arciere Legolas e Gimli il nano arrivano nel Regno di Rohan, dove Re Theoden é caduto sotto l'incantesimo mortale di Sauman grazie agli inganni della sua spia Wormtongue. Eowyn, nipote del Re, vede nell'umano Aragorn un ideale capo guerriero. Anceh Aragorn è attratto da lei ma non può fare a meno di ricordare il suo amore per l'elfo Arwen. Gandalf ora riappare come Gandalf il Bianco e ammonisce Aragorn a non dimenticare il suo compito: riunire le genti di Rohan conducendole verso Gondor, ultima Fortezza di resistenza umana. Merry e Pipino, i due Hobbit catturati, scappano dagli Uruk-hai e ora attraversano la foresta di Fangorn, dove trovano un alleato in Treebeard, albero-guida, pieno di ira verso Sauman che ha distrutto gran parte dei boschi. Ora gli uomini guidati da Aragorn devono opporsi alle forze che emanano dalle Due Torri, la Torre Orthanc e quella della Fortezza di Sauron a Barad-dur. La battaglia imperversa cruenta. A sostegno degli uomini arrivano gli elfi. Dopo che la diga è saltata, Frodo sta per dare l'anello al drago, ma Sam interviene. Quando le armi tacciono, Gollum dice: "Venite Hobbit. Ce n'é di strada da fare. Seguitemi".
Valutazione Pastorale
E' la seconda parte della trilogia realizzata sulla base della ponderosa opera romanzesca di J.R.R.Tolkien (cfr. la scheda di "Il Signore degli anelli - La compagnia dell'anello"). La prima sequenza si riallaccia direttamente all'ultima del film precedente. L'ultima di ora lascia l'azione in sospeso e dà appuntamento al capitolo finale. Ne consegue che, rispetto alla collocazione di fatti e personaggi, a dire il vero abbastanza intricata, bisogna aver visto il primo per partecipare in modo attivo al secondo e, poi, al terzo. Tuttavia questo capitolo centrale si presenta visivamente più articolato, composito e dinamico del precedente. Avendo in questa occasione più situazioni da far procedere parallelamente, il regista Peter Jackson costruisce un meccanismo narrativo simile ad un labirinto o ad un puzzle dentro il quale lo spettatore può intervenire, anticipando quella che sarà la via d'uscita. Imponente e incalzante sotto il profilo spettacolare, il racconto si affida alla fusione tra le bellezze 'virtuali' (animali, creature strane, eserciti: tutto elaborato al computer) e quelle 'naturali' e geografiche (i paesaggi in esterni della Nuova Zelanda): fusione non sempre controllata a misura ma di forte impatto emotivo. Tra dramma, romanticismo e un po' di ironia, si dipana la consueta serie di simbolismi, richiami storici a saghe, tradizioni, favole di sapore anglosassone e più in generale nord-europeo. Per questo il film, imperniato sul tema della crescita individuale e collettiva e sul contrasto tra Bene e Male, é, dal punto di vista pastorale, da valutare accettabile come opera specialmente fantastico-avventurosa, ma anche problematico per gli spunti che offre in ordine ad lettura più approfondita di tipo letterario, culturale, sociale.
Utilizzazione
Il film è da utilizzare in programmazione ordinaria. Da recuperare, come si diceva, nella doppia prospettiva o di passatempo favolistico (di notevole lunghezza: 179')o di occasione di riflessione e confronto tra culture.