Orig.: Canada/Gran Bretagna (2004) - Sogg.: Jim Piddock, ispirato alla storia vera di Kim e Eleanor Philby - Scenegg.: Jim Piddock - Fotogr.(Panoramica/a colori): Jean Lépine - Mus.: Normand Corbeil - Montagg.: Yvann Thibaudeau - Dur.: 96' - Produz.: Jason Piette, Jan H.Vocke, Richard Lalonde.
Interpreti e ruoli
Sharon Stone (Sally Cauffield), Rupert Everett (Leo Cauffield), Julian Wadham (Andrew Darcy), Michael Cochrane (Dick Madsen), Jim Piddock (George Quennell), Ann Lambton (Cynthia Cauffield), Richard Mcmillan (Angus Pentherbridge), Mimi Kuzyk (Leslie Quennell)
Soggetto
A Beirut nel 1963 l'americana Sally, corrispondente di guerra, incontra il suo collega britannico Leo Cauffield. Si innamorano, si sposano, ma una sera lui esce di casa e non da più notizie di sé. Alla disperata ricerca di notizie, Sally scopre che il marito é una spia al servizio del KGB e dell'Unione Sovietica. Quando Leo viene segnalato a Mosca, Sally va da lui ma dopo qualche tempo non riesce ad adattarsi alla vita nella capitale sovietica. Arrivata a New York, viene avvicinata e poi sorvegliata dalla CIA come possibile spia antiamericana. La situazione per lei e per i figli si fa insostenibile. Tornata a Mosca, Sally ha forti litigi con il marito. Leo poi si ammala e viene ricoverato in ospedale. Sally parte di nuovo. Non si vedranno più.
Valutazione Pastorale
Per quanto ispirato a persone e fatti autentici (dietro i nomi dei protagonisti si celano i veri Kim Philby, agente del servizio segreto inglese passato al KGB, e sua moglie Eleanor), il film é curiosamente ingenuo, quasi distratto, un po' infantile. Certo si tratta di una spy-story, ma la regia di Kaniewska è assente proprio laddove si trattava di creare azione, suspense, fiato sospeso. Mancano la drammaticità della scelta di un occidentale che passa al 'nemico' e l'emozione di una vita sempre tenuta sul filo della scommessa, dell'azzardo, della provocazione. Il racconto è chiuso in immagini laccate, belle senza anima dentro. Se Sharon Stone fa di tutto per dare forza alla sua Sally, forse è Rupert Everett a restituire un Leo estraneo e distante dai fatti narrati. In conclusione un film decoroso ma mancato che, dal punto di vista pastorale, é da valutare come accettabile, e generalmente semplicistico.
UTILIZZAZIONE: il film é da utilizzare in programmazione ordinaria, e da proporre per ricordare certi scenari storici, magari dimenticati, vissuti nell'Europa del secondo dopoguerra.