Orig.: Stati Uniti (2004) - Sogg.: tratto dal film "The ladykillers" scritto da William Rose - Scenegg.: Ethan Coen, Joel Coen - Fotogr.(Panoramica/a colori): Roger Deakins - Mus.: Carter Burwell - Montagg.: Roderick Jaynes (pseudonimo dei fratelli Coen) - Dur.: 105' - Produz.: Touchstone Pictures, Jacobson company.

Interpreti e ruoli

Tom Hanks (Goldthwait Higginson Dorr III), Irma P.Hall (sig.ra Munson), Marlon Wayans (Gawain McSam), J.K.Simmons (Garth Pancake), Tzi Ma (il generale), Ryan Hurst (Lump Hudson), Diane Delano (Mountain), George Wallace (sceriffo Wyner), John McConnell . (vice sceriffo)

Soggetto

Elegante, gentile, forbito nel parlare, il prof. Goldthwait si presenta a casa dell'anziana signora Munson, vedova, e la convince ad affittargli una stanza, nonché uno scantinato dove, dice lui, porterà quattro musicisti amici suoi per provare brani di musica sacra medievale. In realtà il professore è a capo di una banda che si appresta a tentare un grande colpo: svaligiare la cassaforte del Bandit Queen, il principale locale da gioco della città. Il modo individuato è quello di scavare un tunnel che dallo scantinato arriva fino alla stanza dove si trova il bottino. Affidato ad ogni componente un compito ben preciso, Goldthwait si incarica sopratutto di fare in modo che la signora non si accorga di niente. In effetti tutto fila liscio fino a quando la Munson, tornata a casa prima del previsto da una funzione religosa, non coglie i cinque intenti a festeggiare i soldi appena prelevati. Ora bisogna eliminare la vecchia. Designati dalla sorte, ci provano tutti, e tutto muoiono: prima il ragazzo di colore Gawain, poi Garth, l'esperto artificiere, quindi il generale giapponese e l'imbelle Ryan. Quando è sul ponte a liberarsi dell'ultimo cadavere, Goldthwait è colpito dalla testa di una statua e a sua volta muore. Ora la Munson denuncia di avere a casa i soldi rubati al casinò, e lo sceriffo le suggerisce di tenerli. Lei li donerà ad una fondazione di sua conoscenza.

Valutazione Pastorale

Per dovere di cronaca va ricordato che si tratta del remake de "La signora omicidi" diretto nel 1955 da Alexander Mackendric. Per il resto si può aggiungere che siamo di fronte ad un nuovo film: non tanto perchè nel ruolo che fu di Alec Guinness c'é Tom Hanks (e già questo definisce il passaggio dalla parte di quà a quella di là dell'Oceano), ma perchè l'azione è trasferita in un paesino qualunque del Mississippi e collocata in un 'oggi' indistinto, dove gli interni, le citazioni colte, i costumi rimandano un senso di 'retrò' forte, segnano i vuoti e i disagi della società attuale. Succede così che, dopo un inizio un po' incerto, il copione cresce di sostanza e di intensità, fino al momento in cui il fallimento della spedizione malavitosa non porta a compimento la conferma che il crimine non paga, anche se affidato ai versi di nobili poeti. Parabola amara di disincantata armonia, il racconto acquista smalto e incisività grazie all'occhio acuto e profondo dei Coen, la cui dote migliore si conferma la grande capacità di plasmare e modellare la luce: dal B&N de "L'uomo che non c'era" a questa tavolozza di colori scuri e seppiati. Sfumature che identificano caratteri e disegnano l'umanità dei personaggi. Un 'noir' dal tono teneramente grottesco, cui nuoce solo la scelta (forse per assecondare gusti più attuali) delle sguaiataggini verbali e gestuali del giovane Gawain. Per questo il film, dal punto di vista pastorale, è da valutare come accettabile con riserve per frequenti grossolanità.
UTILIZZAZIONE: il film è da utilizzare in programmazione ordinaria, e da proporre anche in successive occasioni come esempio di cinema americano fuori dai 'blockbuster' più commerciali. Qualche attenzione per i minori in previsione di passaggi televisivi e di uso di VHS e DVD.