Orig.: Irlanda/Gran Bretagna/Danimarca/Spagna (2003) - Sogg.: tratto dal libro e dalla sceneggiatura di Patrick Galvin - Scenegg.: Aisling Walsh, Kevin Byron Murphy - Fotogr.(Panoramica/a colori): Peter Robertson - Mus.: Richard Blackford - Montagg.: Bryan Oates - Dur.: 100' - Produz.: Subotica Entertainment.
Interpreti e ruoli
Aidan Quinn (William Franklin), Iain Glen (padre John), John Travers (Liam Mercier), Marc Warren, Dudley Sutton, Alan Devlin, Stuart Graham
Soggetto
Irlanda, 1939. Il prof. William Franklin arriva nel riformatorio di St.Jude gestito da preti cattolici. Qui vengono rinchiusi, d'intesa con l'autorità pubblica, bambini provenienti da situazioni disagiate. Di fatto i metodi educativi sono gestiti da padre John, un autoritario che ad ogni minimo pretesto infligge ai ragazzi punizioni di inaudita violenza. Quando Franklin si accorge di questa situazione e cerca di prendere le loro difese, l'urto con padre John é inevitabile. In particolare Franklin entra in confidenza con il giovane Liam Mercier, cui regala alcuni libri di poesie. Stretto tra Franklin e padre John, il preside del riformatorio cerca di ridurre al minimo le divergenze, ma di fronte all'incalzare di nuove punizioni, il prof. esorta anche i ragazzi ad assumere atteggiamenti meno rassegnati. Così Mercier, che ha fatto obiezioni, viene chiamato da padre John in refettorio e picchiato duramente fino alla morte. Padre Mac, che assiste e che si era reso colpevole di abuso sessuale su uno dei ragazzi, ha un moto di rigetto. Chiama Franklin, che però non arriva in tempo per salvare Mercier. Franklin si scaglia contro John. L'intervento del vescovo riesce ad appianare la situazione. Quando sta per andare via, Franklin viene richiamato a gran voce da tutti i ragazzi. Il preside lo fa restare.
Valutazione Pastorale
Dalle didascalie conclusive apprendiamo che Franklin restò a St.Jude fino al 1944, quando, arruolatosi, morì durante lo sbarco in Normandia; padre John fu inviato missionario in Africa dove rimase fino alla morte nel 1969. Alcuni fatti autentici, dunque, poi filtrati dalle pagine del romanzo scritto da Patrick Galvin. Il riferimento al "Magdalene" di Peter Mullan cfr. scheda) é tanto immediato da sembrare in un primo momento quasi superfluo: siamo ancora in Irlanda, ci troviamo ancora -stavolta al maschile- in quelli che non erano collegi ma riformatori gestiti da cattolici d'intesa con le autorità governative. Ad uno sguardo un po' più approfondito invece mettere a confronto i due film offre la possibilità di puntualizzare alcune, sostanziali differenze. Tanto il copione di Mullan era (é) deprecabile per il suo taglio pregiudiziale, rivolto nella sola faziosa direzione della dimostrazione di una tesi; quanto questo appare maggiormente sorretto dalla capacità di dare spazio a situazioni certamente tristi e insieme alla possibilità di superarle. Anche se poggiato su uno scontro centrale fin troppo facile e prevedibile sul piano drammaturgico (che tra Franklin e padre John saranno scintille lo si capisce dopo 5 minuti), il seguito del racconto si allarga a spazi di maggiore dialettica che trovano una bella conclusione nella sequenza dell'abbattimento finale del muro interno al riformatorio. Proprio questo ora, invece di un luogo di pena, potrà provare ad essere il terreno di un nuovo progetto educativo a favore dei ragazzi e non contro di loro. Franklin, laico e non religiso, rimane. La Chiesa non ha paura di entrare in dialogo con chi la contesta. Sono notazioni utili che si affiancano ad un sentimento antiecclesiatico che certo attraversa tutta la vicenda. Alti e bassi, dunque e film, che dal punto di vista pastorale, è da valutare come discutibile, problematico e adatto a dibattiti.
UTILIZZAZIONE: considerata la delicatezza della materia, il film si segnala per un utilizzo in occasioni mirate (cineforum, rassegne...), laddove sia possibile proporlo con adeguati supporti per una equilibrata riflessione.