Orig.: Corea del Sud (2002) - Sogg. e scenegg.: Lee Yu Yon - Fotogr.(Panoramica/a colori): Choi Sung - Mus.: Lee Sang Ho - Montagg.: Park Soon Duck - Dur.: 100' - Produz.: Toilet Pictures.
Interpreti e ruoli
Ha Ji Won (la giornalista), Kim Yoo Mi (la sorella), Cho Woo Je (il marito), Eun See Woo . (la figlia)
Soggetto
Turbata da minacciose telefonate sul cellulare che ritiene collegate alla inchiesta appena conclusa sulla pedofilia, una giornalista accetta la proposta della sorella di trasferirsi nella casa vuota dove andranno a vivere in seguito lei, suo marito e la loro piccola figlia. La tranquillità però è di breve durata, perchè ben presto la bambina comincia a manifestare inquietanti sintomi di aggressività e insieme di attaccamento morboso al padre. Tentativi di comprensione del fenomeno non sortiscono alcun effetto. Anzi danno il via ad una serie incalzante di allucinazioni e incubi in fondo alla quale si apre un barlume di spiegazione. Il marito, all'apparenza tranquillo, aveva come amante una studentessa che, scopertasi incinta, voleva l'uomo tutto per sé. Nel corso di uno scontro tra le due donne, la moglie aveva spinto a terra la giovane che, sbattendo la testa, era morta. E lei l'aveva sepolta accuratamente nella parete. La passione della liceale per l'uomo si era allora trasferita nella bambina che ora aggrediva chiunque voleva sottrarle il padre. Con l'aggravante della presenza di un numero telefonico che permetteva di raggiungere all'improvviso le persone per lanciare minacce improvvise.
Valutazione Pastorale
Si aspetta che la trama prenda qualche piega che consenta di partecipare a quello che si vede, ma l'attesa risulta vana. Il copione naufraga nella frammentarietà, o meglio nella reiterata, insisitita, logora successione tra realtà e sogni, tra la storia principale e le sue divagazioni oniriche, scivolando in una confusione che sottrae suspence e genera solo noia. Il difetto maggiore del regista è quello di lasciarsi andare ad una esercitazione solo formale, dilatando oltre il lecito uno spunto narrativo quasi inesistente. Insomma, non c'era niente (o ben poco) da raccontare, e i circa 100' si raggiungono con il ricorso a stanze buie percorse molto lentamente, poca luce, urla improvvise, coltelli, ripetizioni varie. Tutto, si potrebbe dire, molto 'telefonato', e comunque poco movimentato. Mal riuscito anche come prodotto di genere (un thriller in cui i fenonemi paranormali non vengono indagati), il film, dal punto di vista pastorale, è da valutare come inconsistente, e nell'insieme assai velleitario.
UTILIZZAZIONE: la modestia della realizzazione può suggerire di non utilizzare il film, se non proprio per piccoli gruppi di appassionati. Comunque attenzione è da tenere per minori e bambini in vista di passaggi televisivi o di uso di VHS e DVD.