Orig.: Polonia/Italia/Russia (2005) - Sogg. e scenegg.: Krzysztof Zanussi - Fotogr.(Panoramica/a colori): Edward Klosinski - Mus.: Wojciech Kilar - Montagg.: Wanda Zeman - Dur.: 117' - Produz.: Krzyszof Zanussi, Iwona Ziulkowwska Okapiec, Nikita Mikhalkov, Leonid Vereschagin, Rosanna Seregni.
Interpreti e ruoli
Zbigniev Zapasiewicz (Wiktor), Nikita Mikhalkov (Oleg), Jerzy Stuhr (consigliere), Daniel Olbrychski (vice ministro polacco), Remo Girone (Alfredo), Victoria Zinny (Luciana), Andrzej Chyra (Waldemar), Maria Bekker (Oksana), Bruno Aldecosea, Carmen Azuar.
Soggetto
Negli anni '80 il polacco Wiktor era un attivista politico, e Oleg un giovane diplomatico sovietico in Polonia. Venti anni dopo, Wiktor è ambasciatore polacco in Uruguay, Oleg é il vice ministro russo degli Affari Esteri. Sono ancora amici, ma Wiktor pensa che l'ambasciata possa aver incaricato Oleg di infiltrare esponenti dell'opposizione politica polacca, e, inoltre, coltiva il sospetto che la sua amata moglie, da poco scomparsa, possa averlo tradito in anni lontani proprio con lui. Nel suo ufficio a Montevideo, Wiktor deve inoltre fronteggiare l'atteggiamento ostile del suo Consigliere. E, più tardi, anche Waldemar, suo giovane pupillo fatto assumere all'ambasciata e sposato con la russa Oksana, comincia a procuragli qualche preoccupazione. In un clima di incertezze e di sospetti, Wiktor ha la possibilità, in occasione di un congresso internazionale, di avere un colloquio personale con Oleg. L'amico ora gli fa capire che tra lui e la moglie non c'era stato niente. In apparenza rassicurato, Wiktor passa una notte davanti al mare, rientra a casa, si chiude in stanza a suonare il piano. Poi gli impiegati lo trovano riverso per terra.
Valutazione Pastorale
Krzysztof Zanussi torna a concentrarsi sul proprio Paese. Nella Polonia indipendente del post muro di Berlino, e soprattutto dell'elevazione al Pontificato di Karol Woityla, non tutto sta andando come si pensava. Sottili nervosismi si agitano nella vita pubblica. Wiktor viene preso come emblema degli uomini 'nuovi', non implicati con il passato regime, dotati di sguardo aperto e privo di faziosità. Ma tutto, forse, é ancora da costruire. Dall'altra parte c'é un russo, ex-sovietico, nemico prima, avversario ora, ma soprattutto amico. E tuttavia Wiktor è agitato, incerto, insicuro. La cultura del sospetto, che permea i regimi, non é ancora stata debellata, e lui si sente 'persona non grata'. Sottile nell'analisi psicologica e azzeccato nel fondere le urgenze del ruolo pubblico con i tormenti degli affetti privati, il copione di Zanussi lascia alla fine l'impressione di essere irrisolto, quasi si trattasse di un primo approccio ad una materia, la Polonia del Duemila, da approfondire con altri lavori. Operazione seria, comunque, meditata e molto sentita da parte del regista, ricordiamo, "Da un Paese lontano" dedicato nel 1981 a Giovanni Paolo II. Dal punto di vista pastorale, il film é da valutare come accettabile, problematico e adatto per dibattiti.
UTILIZZAZIONE. il film é da utilizzare in programmazione ordinaria e da proporre in molte occasioni come ritratto dal di dentro di uno dei Paesi della 'nuova Europa' del dopo 1989.