ARRIVEDERCI AMORE, CIAO

Valutazione
Discutibile, ambiguo
Tematica
Gangster, Letteratura, Male, Terrorismo, Violenza
Genere
Drammatico
Regia
Michele Soavi
Durata
107
Anno di uscita
2006
Nazionalità
Francia, Italia
Titolo Originale
/////
Distribuzione
Mikado Film
Soggetto e Sceneggiatura
Michele Soavi, Franco Ferrini, Marco Colli, Gino Ventriglia, Heidrun Schleff tratto dal romanzo omonimo di Massimo Carlotto
Musiche
Andrea Guerra
Montaggio
Anna Napoli

Orig.: Italia/Francia (2006) - Sogg.: tratto dal romanzo omonimo di Massimo Carlotto - Scenegg.: Michele Soavi, Franco Ferrini, Marco Colli, Gino Ventriglia, Heidrun Schleff - Fotogr.(Scope/a colori): Gianni Mammolotti - Mus.: Andrea Guerra - Montagg.: Anna Napoli - Dur.: 107 - Produz.: Conchita Airoldi, Dino Di Dionisio.

Interpreti e ruoli

Alessio Boni (Giorgio), Isabella Ferrari (Flora), Michele Placido (Anedda), Alina Nedelea (Roberta), Carlo Cecchi (avv. Sante Brianese), Marjo Berasategui

Soggetto

Dal suo rifugio in America Latina, Giorgio Pellegrini, ex terrorista di estrema sinistra, torna in Italia all'indomani della caduta del muro di Berlino. Già condannato all'ergastolo, Giorgio accetta la proposta di Anedda, vice questore della Digos, il quale gli promette una breve condanna in cambio dei nomi dei suoi antichi compagni di terrorismo. Scontati solo due anni di carcere, Giorgio si mette in affari con l'unico scopo di fare soldi e di eliminare chiunque gli si metta contro. Seguono rapine, omicidi, vendette. Quando sembra volerlo lasciare in pace, Anedda invece si ripresenta e ordina a Giorgio di partecipare ad un nuovo colpo, sotto il ricatto di farlo tornare in cella. Stavolta Giorgio lo uccide a sangue freddo, in macchina. Quando la notizia va sui giornali, Roberta, la ragazza che Giorgio stava per sposare, capisce tutto, accusa un malore e lui la lascia morire per terra. Al funerale, Giorgio, con voce f.c., ricorda che per lui è arrivata la riabilitazione e ora può considerarsi un cittadino come gli altri.

Valutazione Pastorale

Il punto di partenza é, come si sa, il romanzo omonimo scritto da Massimo Carlotto con intenti palesemente autobiografici. Già autore di "Il fuggitivo" (portato sullo schermo da Antonio Manni), Carlotto ha vissuto le storie che racconta, é stato terrorista, rifugiato in Sud America, implicato nella corruzione con alcune frange della polizia, bandito, omicida. Ha fatto anche politica, e questo il copione lo trascura, anzi lo elimina. Ha infine ricevuto la grazia dal Presidente della Repubblica. Di fronte a tanti eventi realmente accaduti, tutto il film resta in sospeso sull'interrogativo di come considerarlo: una cronaca, un'atto di denuncia, una storia di genere, inventata e fantasiosa? La domanda é destinata a restare priva di risposta, perché i cambiamenti rispetto al libro sono sostanziali ma Carlotto li ha approvati e nessuno ha avuto niente da eccepire. E allora avanti con l'etichetta di 'noir', cattivo e spietato fino al cinismo, con la presenza di assassini che vengono scoperti ma la fanno franca, secondo la moda del momento. Michele Soavi dirige bene, con ritmi tesi e angosciosi, gli attori si dimostrano all'altezza, ma che mondo é questo, che Italia é questa? Delinquere é uno stile di vita come tanti altri? Almeno a questa domanda la risposta può essere un no, sicuro. Per cui dal punto di vista pastorale, il film é da valutare come discutibile, e nell'insieme ambiguo.
UTILIZZAZIONE: il film può essere utilizzato in programmazione ordinaria con attenzione per la presenza di minori. Stessa cura é da tenere per i più piccoli in vista di passaggi televisivi o di uso di VHS e DVD.

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