Orig.: Italia (2005) - Sogg.: Roberto Faenza - Scenegg.: Roberto Faenza in collaborazione con Gianni Arduini, Cristiana Del Bello, Diego De Silva, Dino e Filippo Gentili, Lella Ravasi, Anna Redi - Fotogr.(Scope/a colori): Maurizio Calvesi - Mus.: Goran Bregovic - Montagg.: Massimo Fiocchi - Dur.: 96' - Produz.: Elda Ferri.
Interpreti e ruoli
Margherita Buy (Olga), Luca Zingaretti (Mario), Goran Bregovic (Damian), Alessia Goria (barbona), Gea Lionello . (Lea), Gaia Bermani Amaral (Carla), Sara Santonastasi (Ilaria), Simone Della Croce . (Gianni)
Soggetto
A Torino oggi. Olga e Mario sono sposati con due figli piccoli. Nella loro grande casa un giorno Mario si alza da tavola e se ne va senza dire niente. Solo tempo dopo emerge il motivo, quello più abituale: Mario é andato a vivere con una giovane, una studentessa che aveva aiutato in qualche lezione. Aggiunge poi che si sentiva vuoto di entusiasmo e bisognoso di cambiamenti. Olga però non ritiene sufficienti queste banali spiegazioni. E allora entra in crisi, sempre più forte, sempre più profonda: perde il controllo di sé come donna, moglie, madre. I guai si succedono uno dopo l'altro, i figli provano a lamentarsi e lei li schiaffeggia, si pente, piange, il mondo le crolla addosso. Arriva il musicista del piano di sotto, dopo un primo approccio sbagliato, a riportare qualche serenità nella vita di Olga.
Valutazione Pastorale
Dice Roberto Faenza: "Quando entro in una storia, cerco di scendere nel profondo del cuore del o della mia protagonista...Per girare la storia di Olga (tratta dal romanzo omonimo di Elena Ferrante) sono diventato una moglie disperata. Come lei mi sono ammalato, come lei sono caduto in un tunnel rovinoso, come lei mi sono curato e, dopo vari mesi, come lei ho ricominciato a vivere...Alle tante donne in attesa di vendetta, Olga porterà in dono un bel regalo: quello della costruzione lenta e faticosa dell'autostima, dopo la disgregazione del proprio io, danneggiato dal dolore di un terribile misfatto...". A queste dichiarazioni in effetti c'è poco altro da aggiungere. Va solo notato che se Margherita Buy si immedesima con calore nel personaggio e ne fa sentire le paure inaspettate e i timori esistenziali, tutto il resto lascia più di una perplessità. Insistenze, eccessi verbali, inopportuni simbolismi cadenzano la vicenda affiancando una costruzione drammaturgica a lungo andare poco convincente, che sa di 'costruito' e di non spontaneo. Come in molti suoi titoli precedenti, Faenza descrive la radiografia di una ferita interiore con puntuale didascalismo. Ma non arriva al cuore, nè provoca la mente. Dal punto di vista pastorale, il film, procedendo a corrente alternata, é da valutare come discutibile, comunque problematicoe adatto per dibattiti.
UTILIZZAZIONE: il film può essere utilizzato in programmazione ordinaria con attenzione per la presenza di minori. Da recuperare per avviare riflessioni sui temi proposti (coppia, famiglia). Attenzione per i più piccoli é da tenere in vista di passaggi televisivi o di uso di VHS e DVD.