Orig.: Stati Uniti (2004) - Sogg. e scenegg.: Adam Brooks, Jennifer Flackett & Mark Levin - Fotogr.(Scope/a colori): Darius Khondji - Mus.: Edward Shearmur - Montagg.: Humphrey Dixon - Dur.: 98' - Produz.: Tim Bevan, Eric Fellner, Liza Chasin, Mary Richards.
Interpreti e ruoli
Kirsten Dunst (Lizzie Bradbury), Paul Bettany (Peter Colt), Sam Neill (Dennis Bradbury), Jon Favreau (Ron Roth), Austin Nichols (Jake Hammond), Nikolaj Coster Waldau (Dieter Proll)
Soggetto
A Wimbledon, dove sta per cominciare il torneo di tennis più prestigioso del calendario internazionale, si incontrano l'americana Lizzie e l'inglese Peter. Lizzie è una stella nascente del circuito, al suo primo Wimbledon, seguita, motivata e protetta dal padre Dennis; Peter ha 31 anni, è stato undicesimo nella classifica mondiale, oggi é in crisi, sente di essere alla fine della carriera, partecipa solo grazie ad una 'wild car' e, in vista del futuro, accetta il ruolo di direttore di un circolo frequentato da ricche signore. A Wimbledon Peter é praticamente a casa, i genitori vivono poco fuori Londra e lui va volentieri a trovarli. Lizzie e Peter si vedono sempre più spesso, ma il torneo prende il via e la presenza di Dennis si fa più pressante. Inaspettatamente, Peter trova lo slancio di un tempo, supera il primo turno, il secondo, il terzo, vince anche la semifinale. Lizzie invece si ferma, il padre la accusa di essersi distratta, lei sembra dargli ragione e decide di interrompere il rapporto per fare ritorno in America. Al momento della finale però, capisce di voler stare vicina a Peter e torna al campo centrale. Dopo una rimonta spettacolare, Peter vince il titolo di Wimbledon e va a baciare Lizzie. Eccoli ora insieme in America, con due figli e con piccole racchette in mano.
Valutazione Pastorale
Se é vero che il tennis è tra gli sport finora colpevolmente quasi ignorati dal cinema, va salutata con simpatia questa scorrevole commedia che offre poche novità sul piano del racconto ma ha il merito di farci entrare nei magnifici campi in erba del tempio di Wimbledon. I rintocchi narrativi sono certamente prevedibili: un amore che nasce per gioco; l'opposizione del padre tutto preso dalla carriera della figlia; i genitori di Peter all'inizio distanti e poi riappacificati di fronte al momento difficile del figlio; tramonti, pioggia, qualche doverosa battuta sopra le righe; il lieto fine. Nessuna sorpresa, ma tutto collocato su uno sfondo di indubbio fascino e con qualche trovatina simpatica (i titoli di testa collocati ai lati dello schermo come negli scambi di una partita di tennis). Dal punto di vista pastorale, il film é da valutare come accettabile, e nell'insieme semplice.
UTILIZZAZIONE: il film può essere utilizzato in programmazione ordinaria, come prodotto facile e di poche pretese.