Orig.: Italia (2004) - Sogg.: liberamente tratto da "Delitto e Castigo" di Fedor M. Dostoevskji - Scenegg.: Suso Cecchi D'Amico, Masolino D'Amico, Luigi Bazzoni - Fotogr.(Scope/a colori): Daniele Nannuzzi - Mus.: Andrea Morricone - Montagg.: Alessandro Lucidi - Dur.: 100' - Produz.: Manolo Bolognini, Ferdinando Pinto per Ilena Cinematografica.
Interpreti e ruoli
Stefano Dionisi (Raul), Violante Placido (Sonia), Giancarlo Giannini (giudice Porfirio), Nicola Farron (Mario Corsini), Laura Betti (l'usuraia), Alessandro Haber (Matteo Mariotti), Guja Jelo (Caterina), Ernesto Mahieux . (Ettore Patruno), Maurizio Mattioli (Caretti), Laura Troschel (maitresse), Federica Palmer . (Natalia)
Soggetto
Roma 1938, nei giorni successivi alla visita di Hitler. Raul Camaso, giovane laureato in giurisprudenza, é un convinto sostenitore della volontà di potenza e del diritto di uccidere riservato ai grandi della storia per raggiungere i loro obiettivi. Raul è in difficoltà economiche e mette in pratica le proprie convinzioni uccidendo la vecchia usuraia presso la quale ha impegnato alcuni oggetti di valore. Poi, tramite l'amico Mario Corsini, conosce il giudice Porfirio, che indaga sull'omicidio e ingaggia con lui una lenta guerra di nervi. Convinto della colpevolezza di Raul, Porfirio aspetta che si tradisca da solo. Ma intanto nel giovane cresce l'angoscia per il delitto commesso, e il senso di colpa diventa insostenibile dopo la morte in un incidente dell'amico Matteo Mariotti, accusato dell'omicidio al suo posto. Raul inizia a frequentare la figlia di Matteo, Sonia, prostituta per necessità, e le confessa tutto. Sonia non comprende le ragioni di Raul ma è innamorata di lui e lo invita a costituirsi. Raul segue il consiglio e finisce in carcere. Qui ora lo sostiene l'amore di Sonia.
Valutazione Pastorale
E' utile ricordare che il copione era stato scritto nel 1972 da Suso Cecchi D'Amico per l'esordio, poi non avvenuto, di Luigi Bazzoni. Il nipote di Mauro Bolognini, Andrea, lo riprende oggi, dichiarando ancora l'ispirazione a "Delitto e Castigo" di Dostoevskij e collocando la vicenda nell'Italia del 1938. Premesse importanti (Suso Cecchi D'Amico), riferimenti nobili (Dostoevskij) ma risultati, a dire il vero, mediocri. Pensando che fosse sufficiente tenere alto il ricordo del grande romanziere, Bolognini non si cura di dare vita ad una messa in scena modesta e raccogliticcia, giocata al risparmio di ambienti e costumi d'epoca e affidata a personaggi poco delineati sotto il profilo psicologico: a cominciare dal protagonista, penalizzato poi dalla immobili fissità della recitazione di Stefano Dionisi. Ne consegue che il dramma centrale, il nodo esistenziale del racconto, il percorso 'delitto/colpa/espiazione' resta a livello di semplice enunciazione e non sfocia mai in autentico dramma, né storico nè filosofico/esistenziale. Il film dunque, dal punto di vista pastorale, è da valutare come accettabile, aggiungendovi però riserve per il suo tono generalmente velleitario.
UTILIZZAZIONE: il film può essere utilizzato in programmazione ordinaria, e recuperato come ritratto italiano d'epoca, sia pure con tutti i limiti sopra indicati.