4 MESI, 3 SETTIMANE, 2 GIORNI

Valutazione
Ambiguità, Discutibile, dibattiti
Tematica
Aborto, Amicizia, Famiglia, Libertà, Politica-Società
Genere
Drammatico
Regia
Cristian Mungiu
Durata
113'
Anno di uscita
2007
Nazionalità
Romania
Titolo Originale
4 luni, 3 saptamini si 2 zile
Distribuzione
Lucky Red Distribuzione
Musiche
autori vari
Montaggio
Dana Bunescu

Orig.: Romania (2007) - Sogg. e scenegg.: Cristian Mungiu - Fotogr.(Scope/a colori): Oleg Mutu - Mus.: autori vari - Montagg.: Dana Bunescu - Dur.: 113' - Produz.: A Mombra Film Productions, Saga Film.

Interpreti e ruoli

Anamaria Marinca (Otilia), Laura Vasiliu (Gabita), Vlad Ivanov (Bebe), Alex Potocean (Adi), Luminita Gheorghiu (sig.ra Radu), Adi Carauleanu (Radu), Ioan Sabdaru (Rusu), Cristina Buburuz (Marie Jeanne Rusu), Marioara Sterian (Adela Racoviceanu), Emil Coseru . (dott. Racoviceanu)

Soggetto

Romania, 1987. Gabita e Otilia dividono la stessa stanza in un dormitorio universitario di Bucarest. Quando Gabita scopre di essere incinta, la disperazione la porta a cercare di abortire, intervento proibito e quindi illegale. Otilia accetta di aiutarla e insieme affittano una stanza in un albergo, dove danno appuntamento ad un certo Babe, che dovrebbe eseguire il 'lavoro'. Quando arriva il momento, l'uomo fa capire che la somma offerta non é sufficiente e tuttavia si può rimediare se le ragazze accetteranno di avere un rapporto con lui. Gabita, pur frastornata, non ha esitazioni. Otilia capisce che non può fare a meno di accettare. Dopo l'operazione, Bebe si allontana velocemente. Gabita e Otilia si ritrovano nel ristorante dell'albergo, dove é in corso una festa. Dicono che di quell'episodio non dovranno più parlare.

Valutazione Pastorale

Nella Romania del dittatore Ceausescu quasi al tramonto (ma chi poteva saperlo ?), la decisione di una studentessa di abortire diventa una tragica scelta quasi in linea con il buio dell'esistenza quotidiana. Dalla povertà del pensionato studentesco alla illusoria abbondanza di una tavola apparecchiata a festa, dalle plumbee strade della capitale alle opache luci di un albergo in decadenza, tutto concorre a creare le premesse per un ritratto di amarezza assoluta, nel quale l'omicidio di una vita nascente va di pari passo con la fatica di chi vive tutti giorni una esistenza grama e per niente gratificante. Sul buio della ragione e dei sentimenti poggia dunque questa difficile vicenda, che Mungiu spinge volutamente sull'acceleratore dell'emozione forte: il feto gettato nella spazzatura sa di realismo estremo, di strazio della coscienza e della sensibilità civile. Più da parte di noi spettatori, però, che da quella delle protagoniste: le quali invece attraversano la vicenda senza trionfalismo né soddisfazione ma con una sorta di fatale rassegnazione. Come se fosse normale non far nascere nuove vite in quel contesto disperato. Tuttavia Mungiu riesce a non prendere posizione, e il copione appare né a favore né contro l'aborto, interessato di più alla drammaticità del gesto e alla possibilità di costruirgli intorno un quadro da incubo di interni e di eventi familiari : con una regia che lavora sulle ellissi, ossia sul 'fuori campo', sul costringerci a vedere qualcosa o qualcuno mentre l'azione si svolge altrove. Uno stile incisivo, una storia a rischio di fraintendimenti, di fronte alla quale conviene ribadire che il gesto della ragazza é comunque da condannare. Ma, avendo obiettivi narrativi più ampi (sociali, storici, forse politici), il film, dal punto di vista pastorale, é da valutare come discutibile, certo carico di ambiguità e adatto per dibattiti.
UTILIZZAZIONE: il film può essere usato in programmazione ordinaria con attenzione per il tipo di pubblico presente. Più adatto, come si diceva, per dibattiti, e tenendo presente il panorama generale che propone (la Romania del 1987). Molta attenzione é comunque da tenere per i piccoli e i minori in vista di passaggi televisivi o di uso di VHS e DVD.

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