Orig.: Stati Uniti (2007) - Sogg. e scenegg.: Tony Gilroy - Fotogr.(Scope/a colori): Robert Elswit - Mus.: James Newton Howard - Montagg.: John Gilroy - Dur.: 125' - Produz.: Sydney Pollack, Jennifer Fox, Steven B. Samuels, Kerry Orent.
Interpreti e ruoli
George Clooney (Michael Clayton), Tom Wilkinson (Arthur Edens), Tilda Swinton (Karen Crowder), Sydney Pollack . (Marty Bach), Michael O'Keefe (Barry Grissom), Robert Prescott . (mr. Verne)
Soggetto
Michael Clayton, avvocato ex pubblico ministero, sbriga gli affari più sporchi dello studio Kenner, Bach & Ledeen, cercando di rimediare ai guai commessi da facoltosi clienti. C'è da difendere la U/North, società che opera nel settore dei prodotti chimici per l'agricoltura. Ma quando l'esito favorevole del processo sembra scontato, l'avvocato designato Arthur Edens cade in una grave crisi psicologica e vorrebbe sabotare l'intera causa. Tocca allora a Clayton entrare in scena, prendere in mano la situazione e gestirla secondo coscienza. Il che significa non poter ignorare che quei prodotti chimici provocano vittime innocenti e che Karen Crowder, capo dell'ufficio legale della U/North, dovrà guardare quella causa da un'altra prospettiva, non più vincente.
Valutazione Pastorale
Tony Gilroy, il regista, è un esordiente, ma non è alle prime armi. Ha scritto infatti i copioni dei due "The Bourne Identity" e "The Bourne Supremacy" e, soprattutto, quello de "L'avvocato del diavolo". Conosce bene dunque gli studi legali come luoghi di potere e di scontri duramente conflittuali. Partendo da queste premesse e muovendosi nella cornice di situazioni comunque molto delicate, combattute tra pubblico e privato (Clayton cerca di essere un buon padre per il figlio adolescente), il racconto ha sviluppi certamente molto 'americani', quanto ad atmosfere, dialoghi, soluzioni. Clooney aderisce bene al protagonista, introverso, scontroso, vestito con camicia bianca e cravatta nera. Spira un'aria fortemente liberal dai nervosi sviluppi della trama e dal suo esito tra realtà e speranza. Siamo dalle parti di quel cinema americano di denuncia (tipo "Erin Brockovic") realizzato senza sbavature ma per il quale ci si chiede che esito avrebbe se non ci fosse il divo a supportarlo. Dal punto di vista pastorale, il film è da valutare come accettabile, e nell'insieme realistico.
UTILIZZAZIONE: il film può essere utilizzato in programmazione ordinaria, e recuperato nell'ambito, come accennato sopra, dei titoli americani di denuncia di storture varie del 'sistema' statunitense.