Orig.: Italia (2006) - Sogg: Gian Paolo Cugno - Scenegg.: Gian Paolo Cugno, Paolo Di Reda con la collaborazione di Paul Zonderland - Fotogr.(Scope/a colori): Gino Sgreva - Mus.: Paolo Vivaldi - Montagg.: Ugo De Rossi - Dur.: 90' - Produz.: Pietro Innocenzi, Buena Vista International Italia.
Interpreti e ruoli
Enrico Lo Verso (Marco Brioni), Galatea Ranzi (Laura Valvo), Giancarlo Giannini (Timpaliscia), Gabriele Lavia (il direttore della scuola), Lucia Sardo (nonna Maria), Ernesto Mahieux . (il bidello), Maurizio Nicolosi (il padre), Alessandro Mallia (Salvatore), Concetta D'Amico (Mariuccia), Claudia Genarino . (Angela)
Soggetto
In Sicilia Marco Brioni, maestro di scuola elementare, prende a cuore il caso di Salvatore, un 14enne che non si presenta mai a lezione e, rimasto senza genitori, si é messo a lavorare per mantenere se stesso, la sorellina più piccola e la nonna malandata. Brioni deve confrontarsi da un lato con la presenza di Laura, incaricata dai servizi sociali di trovare una sistemazione a quella famiglia, dall'altro con il carattere ostile del piccolo. Tuttavia, con tenacia e molta pazienza, il maestro, ottenuto il permesso dal proprio direttore, comincia a fare lezioni pomeridiane a Salvatore e ad avere con lui un rapporto più cordiale. Superati altri equivoci e intoppi burocratici, Brioni chiede ed ottiene dal tribunale dei minori l'affidamento di Salvatore, instaurando una ritrovata armonia anche con l'assistente sociale Laura.
Valutazione Pastorale
E' sufficiente, per fare un buon film, occuparsi di argomenti attuali, seri, concreti? Talvolta, bisogna pur dirlo, non basta. Ecco allora che questa opera prima, pur parlando di cose importanti, costringe ad una improba fatica per cercare di restare attaccati all'idea che i temi proposti coinvolgono tutti e meritano attenzione. Il film, di per sè, sarebbe da dimenticare. Scritto al minimo della credibilità e affondato nel buonismo, pieno di dialoghi ripetitivi e prevedbili, recitato quasi controvoglia e con atteggiamenti frettolosi da attori altrimenti bravi e solidi (Giannini, Lavia e la Ranzi quasi inguardabili), il film soffre di una regia incerta e oltre modo debole: l'esordiente Cugno avrà bisogno di maturare, e in fretta. Da queste premesse diventa esercizio retorico entrare nel merito degli argomenti: l'adolescente, la famiglia, la povertà, la comprensione, il ruolo dell'insegnante, o quello delle strutture dello Stato. La frase finale del maestro: "Ho più bisogno io di Salvatore che lui di me", chiarisce bene la soluzione a tesi che il copione propone. Dal punto di vista pastorale, il film non può che essere valutato come inconsistente, e nell'insieme molto velleitario.
UTILIZZAZIONE: il film può essere utilizzato in programmazione ordinaria. Molti dubbi sussistono circa la sua proposta in altri contesti, a cominciare da quello scolastico. Sarebbe necessaria una presenza in grado di chiarire agli alunni i molti limiti formali e di contenuto del film stesso.