Orig.: Italia/Francia/Turchia (2007) - Sogg. e scenegg.: Gianni Romoli, Ferzan Ozpetek - Fotogr.(Scope/a colori): Gianfilippo Corticelli - Mus.: Giovanni Pellino (Neffa) - Montagg.: Patrizio Marone - Dur.: 110' - Produz.: Tilde Corsi, Gianni Romoli.
Interpreti e ruoli
Stefano Accorsi (Antonio), Margherita Buy (Angelica), Pierfrancesco Favino (Davide), Serra Yilmaz (Neval), Ennio Fantastichini (Sergio), Ambra Angiolini (Roberta), Luca Argentero (Lorenzo), Michelangelo Tommaso (Paolo), Isabella Ferrari (Laura), Filippo Timi . (Roberto), Luigi Diberti (Vittorio), Lunetta Savino (Minnie), Milena Vukotic (capo infermiera), Benedetta Gargari (Giulia), Gabriele Paolino . (Marco)
Soggetto
Nella Roma di oggi, all'interno di nove personaggi che nel tempo hanno cementato tra loro una forte amicizia, accade la disgrazia della improvvisa morte per aneurisma di uno di loro, il giovane Lorenzo. Il tragico avvenimento impone al gruppo di riflettere su se stessi, ciascuno come persone e nei confronti degli altri. Davide, che aveva una convivenza con Lorenzo, è fortemente scosso e pensa anche al suicidio. Antonio rivela alla moglie Angelica di tradirla con Laura. Roberta prova ad uscire dalla dipendenza dalla droga. Neval stuzzica tutti con domande ossessive. Sergio ripensa al passato. Il giovanissimo Paolo, bisessuale, é incapace di decidere sul da farsi. Tutti si ritrovano quasi senza volerlo nella villa poco frequentata sul Circeo. Qui, timidamente, intorno ad un tavolo da ping pong, cercano di rimettere in moto il dinamismo della vita quotidiana.
Valutazione Pastorale
" 'Saturno contro' -dice Ozpetek- racconta direttamente il Gruppo, che si confronta soprattutto con il tema della separazione (sia nell'amicizia che nell'amore) ma non si pone come 'alternativo', anche se composto da persone con scelte sessuali diverse tra loro. Questo fatto non è sottolineato e non è la 'differenza' che li unisce (come ne "Le fate ignoranti") ma l'amore e l'amicizia che hanno maturato in anni di esperienze in comune". Ci sono dinamiche non sempre immediatamente afferrabili in questo 'ritratto in un interno' che comincia e finisce intorno ad un tavolo da pranzo, come momento privilegiato di ritrovo e di messa in comune delle cose fatte da ciascuno. Il fatto é che Ozpetek lavora con indubbie capacità sulla composizione di atmosfere morbide, calde, accogliente, dentro le quali fa deflagrare la rottura degli equilibri sentimentali e affettivi. Succede così che l'amicizia lascia il posto ad una solidarietà più istintiva che sofferta, e che il diagramma del dolore si stemperi nella meccanicità di un aiuto impossibile da negare. Essendo fin troppo chiaro quello che il racconto ci vuole dire (sono loro i 'parenti' del ragazzo morto), per paradosso ne consegue che lo svolgimento procede a corrente alternata, tra suggestioni visive, motivetti leggeri a contrappuntare passaggi drammatici, sfumature un po' snobistiche da borghesi e intellettuali senza particolari problemi. Il risultato è un teorema spesso freddo, raramente poetico, condizionato dalla voglia di affermare e poco propenso a problematizzare. Dal punto di vista pastorale, il film, nel suo altalenante procedere, é da valutare come discutibile, e nell'insieme ambiguo.
UTILIZZAZIONE: in programmazione ordinaria l'utilizzazione é da sconsigliare, per riservarla ad occasioni più mirate, dove sia possibile avviare riflessioni anche ampie sui temi che il film propone, tra suggestioni letterarie e spunti di attualità.