Orig.: Argentina/Spagna (2004) - Sogg.: Carlos Sorin - Scenegg.: Santiago Calori, Salvador Roselli, Carlos Sorin - Fotogr.(Panoramica/a colori): Hugo Colace - Mus.: Nicolas Sorin - Montagg.: Mohamed Rajid - Dur.: 96' - Produz.: Oscar Kramer.
Interpreti e ruoli
Juan Villegas (Juan 'Coco' Villegas), Walter Donado (Walter Donado), Mariela Diaz (figlia di Juan), Leda Cacho (moglie di Walter), Claudina Fazzini (Claudina), Kita Ca (madre di Claudina), Carlos Rossi (direttore di banca), Rosa Valsecchi (Susana), Adrian Giampani . (Galvan)
Soggetto
Rimasto senza lavoro dopo il licenziamento da un distributore di benzina situato lungo le deserte strade della Patagonia, il 52enne Juan inutilmente cerca di vendere coltelli artigianali che costruisce per hobby. Qualche tempo dopo, per strane circostanze, si ritrova proprietario di un cane non comune, un dogo argentino maschio adulto. Per Juan comincia una nuova vita. Entra in contatto con Walter, uno che prepara i cani per le esibizioni, e con lui partecipa ad alcuni concorsi. All'esposizione di Bahia Blanca, vincono il terzo premio, e Walter accetta di destinare il dogo ad un accoppiamento in cambio di una forte somma. Le cose però vanno male, e la società si scioglie. Quando va da Walter per riavere il cane, Juan si sente dire che é sparito. Lo cerca con grande apprensione, e finalmente lo ritrova. Insieme si avviano verso Buenos Aires e, lungo la strada, Juan si ferma per dare un passaggio a due ragazzi che vanno nella capitale in cerca di lavoro.
Valutazione Pastorale
Dopo "Piccole storie", Sorin disegna un nuovo, delicato ritratto dell'Argentina contemporanea, osservandola nei suoi protagonisti più nascosti e umili. Juan infatti é il prototipo del disoccupato, vittima della crisi economica, che, avendo 52 anni, non è forse più utile a nessuno e quindi deve inventarsi una nuova vita. Il racconto si getta così dentro ambienti imprevedibili, le esibizioni canine, i night di terza categoria, capannoni e case ai margini dei centri abitati. A legare il tutto, le strade della Patagonia, gli spazi, la polvere, un'idea insistente di solitudine. Remissivo, innocuo, quasi indifeso, Juan trova nel cane una compagnia inattesa, una voglia di reagire e di tornare a credere nel futuro. Sorin é bravo a tenere il ritmo basso ma non lento, a scavare dentro psicologie difficili senza stravolgere niente e nessuno, anzi rispettoso del dolente atteggiarsi del protagonista e del suo faticoso, onesto muoversi quotidiano. Un ritratto sincero di un individuo e di un popolo, senza sconti, senza retorica, con cenni di poetica verità. Dal punto di vista pastorale, il film é da valutare come accettabile, realistico, e adatto per dibattiti.
UTILIZZAZIONE: il film é da utilizzare in programmazione ordinaria, e da proporre come occasione di riflessione sull'Argentina di oggi, vista dall'interno.