Orig.: Italia (2008) - Sogg. e scenegg.: Roberto Burchielli in collaborazione con Duccio Camerini - Fotogr.(Panoramica/a colori): Gigi Martinucci - Mus.: Fabrizio Lamberti - Montagg.: Elvis Millesi, Alessandro Paseri - Dur.: 100' - Produz.: Raoul Bova, Chiara Giordano per Sanmarco in collaborazione con Mauro Parissone e Laura Guglielmetti per H24 Film.
Interpreti e ruoli
Raoul Bova (Matteo Gatti), Luca Angeletti (Luca Martani), Simonetta Solder (Sveva Gatti), Alessandro Sperduti . (Marco Gatti)
Soggetto
La tragedia si abbatte sulla coppia formata da Matteo Gatti e da sua moglie Sveva quando arriva la notizia che Marco, il figlio sedicenne, é morto per overdose mentre si trovava a Milano in gita con alcuni amici. Matteo, famoso giornalista, chiede e ottiene di recarsi nella città lombarda con il pretesto di svolgere un'inchiesta sullo spaccio di droga tra i giovani. In realtà vuole individuare il colpevole della morte del figlio. Infiltrato in un'autentica squadra di polizia in borghese, Matteo partecipa alle azioni condotte contro gli spacciatori. Entra in contatto con un mondo finora mai frequentato, crede di conoscere meglio l'argomento ma il rimorso per la morte del figlio lo perseguita attraverso alcuni filmati che riceve sul pc e che lo ritraggono nel giorno fatidico. Quando da Roma viene informato che la moglie, incinta, sta per partorire, Matteo torna per starle vicino.
Valutazione Pastorale
Burchielli, milanese, 43 anni, é autore di inchieste televisive su temi di forte impatto sociale. A lui Raoul Bova, produttore, ha affidato il compito di costruire una storia a metà tra realtà documentaria e finzione. Bova dunque è stato veramente a Milano, ha vissuto con la squadra di polizia antidroga, ha potuto sentirsi 'uno di loro'. Ma se la parte di denuncia del problema droga nelle fasce giovanili è trattato con forza e incisività, meno bene vanno le cose nella 'finzione'. Qui il dramma di Matteo e della moglie è descritto attraverso una serie di dolori espressi in modo via via più lacrimevole fino all'isteria, con punte di reiterazione incongrue e fuori luogo. Tutto va a scapito di una compattezza narrativa che si sfalda, si sbriciola, crea distanza e distacco: lo stile nervoso della m.d.p. che balla va bene per le incursioni nei night, meno per sequenze 'finte' aggredite in modo falsamente melodrammatico. L'esperimento merita comunque attenzione, e il film, dal punto di vista pastorale, é da valutare come consigliabile e nell'insieme problematico.
Utilizzazione
Il film può essere utilizzato in programmazione ordinaria, con l'avvertenza dell'uso di uno stile che richiede qualche impegno. Da recuperare per affrontare il tema centrale "giovani e droga". Attenzione é da tenere per i più piccoli in vista di passaggi televisivi o di uso di VHS e DVD.