Orig.: Stati Uniti/Romania (2007) - Sogg.: Francis Ford Coppola dal romanzo omonimo di Mircea Eliade - Scenegg.: Francis Ford Coppola - Fotogr.(Scope/a colori): Mihai Malaimare jr. - Mus.: Osvaldo Golijov - Montagg.: Walter Murch - Dur.: 124' - Produz.: Francis Ford Coppola.
Interpreti e ruoli
Tim Roth (Dominic Matei), Alexandra Maria Lara (Laura/Veronica), Bruno Ganz (prof. Stanciulescu), André M. Hennicke (Josef Rudolf), Marcel Jures (prof. Giuseppe Tucci), Adrian Pintea (Pandit), Alexandra Pirici . (la donna della stanza 6)
Soggetto
Dominic Matei, maturo professore di linguistica, sopravvive ad un cataclisma fisico in seguito al quale scopre di avere miracolosamente ritrovato la giovinezza. Al ringiovanimento fisico si accompagna un graduale potenziamento delle capacità intellettive che attira l'attenzione di alcuni scienziati nazisti, costringendolo all'esilio. Mentre è in fuga, ritrova Laura, suo grande amore, e con lei riprende a lavorare per completare la sua ricerca sul linguaggio umano. Quando questa ricerca mette in pericolo la vita di Laura, Matei sa che deve scegliere tra lei e il lavoro di una vita. Ma in realtà il suo è un sogno, e lui ormai sta morendo.
Valutazione Pastorale
All'origine c'è il romanzo omonimo di Mircea Eliade, rumeno (1907-1986), studioso di storia delle religioni, di sanscrito e filosofie orientali. Dice Coppola: "La storia mi riguardava da vicino. Come il personaggio principale, anch'io ero bloccato dall'incapacità di portare a termine un lavoro importante. A 66 anni mi sentivo frustrato, da otto anni non facevo un film e la mia vita creativa era inappagata (...)". Detto di questo legame di partenza, tutto il resto lascia estremamente perplessi. Nell'arco di oltre due ore, Coppola resta indeciso su quale storia girare, a quale taglio dare la precedenza, che cosa chiedere ai suoi personaggi. Ogni tipo di approccio (realistico, simbolico, favolistico...) resta appena accennato, sommerso da valanghe di diversivi, di notazioni superflue, di noiosi siparietti intellettuali. Confuso nelle sovrapposizioni temporali, quasi umoristico nei passaggi romantico/sentimemtali, il copione zoppica vistosamente, e non regge la drammaturgia che vorrebbe esprimere. L'apparato culturale-religioso é ambivalente e sbrigativo. Un infortunio per Coppola e un film che, dal punto di vista pastorale, é da valutare come discutibile e non privo di ambiguità.
UTILIZZAZIONE: il film può essere utilizzato in programmazione, con tutti i limti sopra indicati. Da recuperare sopratutto nell'ambito di rassegne dedicate a Francis Ford Coppola.