Interpreti e ruoli
Toni Servillo (commissario Sanzio), Nello Mascia (Alfredo), Omero Antonutti (padre di Mario), Fabrizio Gifuni (Corrado Canali), Valeria Golino (Chiara Canali), Anna Bonaiuto (moglie di Sanzio), Marco Baliani (Davide Nadal), Giulia Michelini (Francesca), Fausto Maria Sciarappa (Siboldi), Denis Fasolo (Roberto), Franco Ravera . (Mario), Sara D'Amario (dott.ssa Giani), Heidi Caldart (Silvia Nadal), Nicole Perrone (Marta), Enrico Cavallero (allenatore), Alessia Piovan . (Anna Nadal)
Soggetto
In un piccolo centro montano del Friuli Venezia Giulia, il commissario Sanzio, da poco trasferitosi da Napoli, chiamato in seguito alla scomparsa di una bambina di sei anni, comincia invece ad indagare sull'omicidio di Anna, una ragazza il cui corpo viene ritrovato lungo il vicino lago. Sanzio, aiutato dal collega Alfredo, cerca di ricostruire i movimenti della donna, e convoca tutte le persone che avevano con lei rapporti di amicizia, professionali, familiari. L'indagine non è facile, proprio perché in quel paesino tutti si conoscono e risulta arduo indovinare la pista giusta. Così di volta in volta Sanzio individua un ipotetico colpevole, che mette alle strette, cercando di ottenere informazioni e rivelazioni. Ordina anche il fermo di un possibile imputato, prima di scusarsi con lui e rilasciarlo, avendo infine individuato l'autore del delitto. Si tratta di Corrado Canali, marito di Chiara e padre di un bambino fin troppo irrequieto contro il quale lui si era scagliato, mentre da fuori Anna lo osservava.
Valutazione Pastorale
E' interessante notare subito che alla base del copione c'é il romanzo "Don't look back", scritto dalla norvegese Karin Fossum nel 1996 e uscito in Italia con il titolo "Lo sguardo di uno sconosciuto", parte di una serie di opere che vedono al centro la figura dell'ispettore Sejer. Il Nord Europa della Norvegia è diventato il Nord Italia del Friuli: lo spostamento è azzeccato e diventa fin dall'inizio uno dei punti di forza del racconto. L'armonia, l'ordine, la calma della cornice ambientale creano forte contrasto con i tumulti che attraversano l'animo dei protagonisti e producono scintille di un confronto esistenziale che diventa capacità di liberare se stessi e di mettersi in gioco nei confronti degli altri. Già aiuto regista di Moretti, Mazzacurati e altri, Molaioli esordisce con un'opera prima che si colloca in uno spazio del tutto 'aperto' del cinema italiano, quello del 'giallo dai toni metafisici', terreno arduo e difficile, con pochi precedenti nella tradizione nazionale. Il risultato è un film coerente e coinvolgente, un po' debole nella costruzione dei caratteri (anche di contorno) ma nell'insieme di apprezzabile tenuta. Positivo risulta anche l'approccio a certi rapporti che legano i vari personaggi, alle tensioni familiari, a tante difficoltà che punteggiano la vita quotidiana. Dal punto di vista pastorale, il film é da valutare come accettabile, e problematico.
Utilizzazione
Il film é da utilizzare in programmazione ordinaria, con attenzione per la presenza dei minori. Da recuperare come esempio di cinema italiano di bel risalto produttivo, intenzionato a percorrere nuove strade espressive e visive.