Orig.: Francia/Germania/Ungheria (2010) - Sogg.: ispirato ad avvenimenti reali - Scenegg.: Rose Bosch - Fotogr.(Scope/a colori): David Ungaro - Mus.: Christian Henson - Montagg.: Yann Malcor - Dur.: 120' - Produz.: Jean Robert Gibard, Alain Goldman.
Interpreti e ruoli
Jean Reno (David Sheinbaum), Mélanie Laurent (Annette Monod), Gad Elmaleh (Schmuel Weisman), Raphaelle Agogué (Sura Weisman), Sylvie Testud (Bella Zygler), Anne Brochet (Dina Traube), Thierry Fremont (cap. Pierret), Catherine Allegret (Tati), Isabelle Gelinas (Hélène Timonier), Hugo Leverdez (Jo Weisman), Rebecca Marder . (Rachel Weisman)
Soggetto
Parigi, luglio 1942. Nella città occupata dai tedeschi, un giorno arriva l'ordine di rastrellare tutti gli ebrei e radunarli al Vélodrome D'Hiver. Dopo un periodo di incertezze e privazioni, con l'assistenza solo di un medico e di poche infermiere, gli ebrei vengono condotti al campo di concentramento di Beaune- La Rolande. E' l'ultima sosta in territorio francese prima di essere avviati ai lager in Germania e dintorni.
Valutazione Pastorale
Dice la regista Rose Bosch: "Ci sono molti film francesci sul nazismo e la deportazione degli ebrei, ma nessuno sul collaborazionismo e sulla retata del Velodromo d'Hiver. E' un avvenimento di cui si parla pochissimo, se pensiamo che per 14.000 enrei deportaqti da Parigi e un totale di 75.000 morti nei campi, nei libri di storia si spendono poco più di tre righe. (...)Solo ora si comincia a studiare ed elaborare il collaborazionismo. I francesi per molto tempo non hanno saputo se considerarsi resistenti o collaborazionisti (...). Ecco dunque rivelarsi un altro tassello di quella microstoria che confuisce nella Storia grande, quella occupata da Nazismo e Shoa. Accanto ai nomi tragicamente più noti, la memoria si fa carico di ampliare i contorni, di rendere omaggio, tardivo ma commosso, a quanti hanno perso la vita senza la minima colpa. "Vento di primavera" (poco indovinato titolo italiano) si colloca dunque nella costruzione di un ricordo il più collettivo possibile. Come in altre occasioni, l'argomento resta oltremodo difficile da approcciare, tra impossibile realismo e commozione incombente. Ma bisogna provarci. E il film, dal punto di vista pastorale, é da valutare come consigliabile, problematico e adatto per dibattiti.
Utilizzazione
Il film é da utilizzare in programmazione ordinaria, e in molte occasioni successiva per avviare riflessioni sul tema centrale, anche a livello didattico.