Orig.: Italia (2011) - Sogg.: Piero De Bernardi, Leo Benvenuti, Tullio Pinelli, Neri Parenti - Scenegg.: Piero De Bernardi, Neri Parenti, Fausto Brizzi, Marco Martani - Fotogr.(Panoramica/a colori): Luciano Tovoli - Mus.: Andrea Guerra - Montagg.: Luca Montanari - Dur.: 108' - Produz.: Aurelio De Laurentiis & Luigi De Laurentiis.
Interpreti e ruoli
Michele Placido (Duccio Villani di Masi), Giorgio Panariello (Cecco Alemari), Paolo Hendel (Jacopo), Massimo Ghini (Manfredo Alemanni), Christian De Sica (Filippo), Massimo Ceccherini (Alderighi), Barbara Enrichi (Margarita), Pamela Villoresi (Piccarda), Alessandra Acciai (madonna Isabetta), Chiara Francini (Tessa), Alessandro Benvenuti (Lorenzo il Magnifico), Eros Pagni, Sergio Forconi
Soggetto
Firenze, 1487. Duccio, Cecco, Jacopo, Manfredo e Filippo sono cinque amici dediti ogni giorno a inventare e mettere in pratica scherzi ai danni di malcapitati, sconosciuti o parenti che siano. Quando la città è colpita dalla peste, non si scoraggiano e anzi cercano di approfittare della situazione. Dopo l'ultima beffa ai danni di Alderighi, modesto legnaiolo e eroe del calcio in costume, non si vedono nuove vittime e allora é la volta di uno di loro stessi. Cecco diventa così il bersaglio del gruppo, e nello scherzo viene coinvolto anche Lorenzo il Magnifico.
Valutazione Pastorale
Neri Parenti, storico regista dei cinepanettoni, l'aveva detto subito: "Mi tremano un po' le gambe al confronto con il vero "Amici miei", modello di goliardia caustica e cinica diretto nel 1975 da Mario Monicelli su soggetto ereditato dal compianto Pietro Germi". L'unico modo per evitare il rischio di paragoni era quello di cambiare molto lo scenario, e in questo senso la scelta di anticipare il tutto di 500 anni si è rivelata indovinata. Naturalmente cambia il contesto storico ma non muta la sostanza dell'atteggiamento: siamo ancora in Toscana e lo spiritaccio che induce uomini ormai cresciuti a comportarsi da bambini resta alla base di un agire che vede nella beffa l'unico modo per irridere il destino, le disgrazie, il trascorrere dei giorni. In questa costruzione di un universo di pura goliardia convince molto la cura degli 'esterni', luoghi, costumi, oggetti, scene di massa; si muovono bene gli attori (i 'non-toscani' fanno sforzi notevoli per non farsene accorgere), resta solo un po' sottotono la regia. Manca a Parenti quella cattiveria, quella forza di analisi e di sintesi che avrebbe potuto legare il passato remoto al passato prossimo di Monicelli. Film comunque equilibrato che, dal punto di vista pastorale, é da valutare come consigliabile e nell'insieme semplice.
Utilizzazione
Il film é da utilizzare in programmazione ordinaria e in seguito in altre occasioni anche in abbinamento con quello di Monicelli.