Orig.: Italia (2009) - Sogg.: Giorgio Diritti - Scenegg.: Giorgio Diritti, Giovanni Galavotti, Tania Pedroni - Fotogr.(Scope/a colori): Roberto Cimatti - Mus.: Marco Biscarini, Daniele Furlati - Montagg.: Giorgio Diritti, Paolo Marzoni - Dur.: 117' - Produz.: Simone Bachini, Giorgio Diritti.
Interpreti e ruoli
Alba Rohrwacher (Beniamina), Maya Sansa (Lena), Claudio Casadio (Armando), Greta Zuccheri Montanari (Martina), Stefano Bicocchi (sig. Bugamelli), Eleonora Mazzoni (sig.ra Bugamelli), Orfeo Orlando (il mercante), Diego Pagotto (Pepe), Bernardo Bolognesi (Gianni), Germano Maccioni (don Ubaldo), Maria Grazia Naldi (Vittoria), Laura Pizzirani . (Maria)
Soggetto
Inverno 1943. Alle pendici del monte Sole, non lontano da Bologna, Martina, 8 anni, vive con la propria famiglia di contadini e ha smesso di parlare da quando tempo prima ha perso un fratellino di pochi giorni. Nel dicembre la mamma rimane nuovamente incinta. Nei mesi successivi la gravidanza va avanti bene, mentre la vita per la comunità diventa sempre più difficile. Nella notte tra il 28 e il 29 settembre 1944, il piccolo viene alla luce. Quasi nello stesso momento le SS scatenano nella zona un rastrellamento di inaudita violenza. Martina riesce a prendere il neonato e a portarlo via, facendolo scampare alla terribile strage di Marzabotto.
Valutazione Pastorale
Sulla ferocia delle SS, sul sacrificio di tanti civili inermi, sulle vittime della seconda guerra mondiale, il cinema italiano ha già scritto pagine importanti e giuste. Il merito quindi di questo secondo LM di Diritti é quello di riuscire a raccontare un episodio conosciuto come se fosse la prima volta. L'operazione é perciò opportuna e necessaria. Soprattutto per i più giovani, a rischio di "non conoscenza" dei fatti e quindi condotti a partecipare quasi in prima persona. La sensibilità storica del regista si fonde con quella antropologica e umana. Di quella civiltà contadina, dedita a seguire i ritmi della terra, si sentono i sapori e gli odori (secondo la lezione di Olmi); di quella vita modesta e intensa si avverte il forte orgoglio; di quell'andare incontro alla morte si percepisce l'affranto fremito di innocenza. Senza gridare né fare proclami, lo sguardo di Diritti si posa con tono visionario sul calvario dei protagonisti e ci chiede di essere con loro anche nella preghiera e nel riscatto. E nella speranza offerta dalla vita che nasce dopo l'orribile strage. Dal punto di vista pastorale, il film é da valutare come raccomandabile e certo problematico.
Utilizzazione
Il film é da utilizzare in programmazione ordinaria e in seguito in molte circostanze come opera di testimonianza, di memoria, e occasione per parlare di storia italiana.