Orig.: Francia/Belgio/Italia (2009) - Sogg.: Abbas Kiarostami - Scenegg.: Abbas Kiarostami (adattamento: Massoumeh Lahidji) - Fotogr.(Panoramica/a colori): Luca Bigazzi - Mus.: brano di autori vari - Montagg.: Bahman Kiarostami - Dur.: 106' - Produz.: Marin Karmitz, Nathanael Karmitz, Charles Gillibert, Angelo Barbagallo.
Interpreti e ruoli
Juliette Binoche (lei), William Shimmel (James Miller), Jean Claude Carriere (l'uomo della piazza), Agathe Natanson (la donna della piazza), Gianna Giachetti (la proprietaria del bar), Adrian Moore (il figlio), Angelo Barbagallo (il traduttore), Andrea Laurenzi (la guida), Filippo Troiano (lo sposo), Manuela Balsimelli . (la sposa)
Soggetto
In un piccolo centro della Toscana, uno scrittore inglese tiene una conferenza per presentare il suo ultimo libro sul rapporto tra copia e originale. Finito l'incontro, l'uomo avvicina una donna, un'antiquaria francese. Insieme fanno una gita in macchina. Dai loro discorsi viene fuori che sono marito e moglie e che, dopo quindici anni, il loro matrimonio é in crisi. Così cercano di recuperarlo, tornando nei luoghi dove tempo prima si sono sposati. Ma ad un certo punto il gioco finisce.
Valutazione Pastorale
Per il primo lungometraggio girato fuori dall'Iran, Kiarostami sceglie una storia impalpabile ed enigmatica, tutta giocata su rinvii e sottrazioni, secondo il suo stile, ma stavolta, con una decisa inversione: alla staticità narrativa oppone un dinamico stile che innerva le situazioni e arricchisce i sentimenti. Lo sguardo del regista si fa a poco a poco più ricco, incalzante, generoso, fino a sfiorare i protagonisti e a disegnare con delicatezza il coro che li circonda. Kiarostami gioca con il cinema, e l'incontro tra originale e copia diventa metafora, forse in certi momenti facile in altri commovente dell'incapacità di afferrare il vero della quotidianità. Film di forte sapore autoriale, quasi mai gratuito, più compatto dei precedenti e da valutare, dal punto di vista pastorale, come consigliabile, problematico e certo adatto per dibattiti.
Utilizzazione
Il film è da utilizzare in programmazione ordinaria e, forse più opportunamente, in occasioni mirate, dove sia possibile avviare riflessioni sulle molte suggestioni letterarie e linguistiche offerte dal racconto.