Orig.: Francia (2009) - Sogg.: tratto dal libro "Il piccolo Nicolas" di René Goscinny e Jean Jacques Sempé - Scenegg.: Laurent Tirard, Gregoire Vigneron (dialoghi: Laurent Tirard, Gregoire Vigneron, Alain Chabat) - Fotogr.(Panoramica/a colori): Denis Rouden - Mus.: Klaus Badelt - Montagg.: Valerie Deseine - Dur.: 90' - Produz.: Oliver Delbosc, Marc Missonnier.
Interpreti e ruoli
Maxime Godart (Nicolas), Valerie Lemercier. (madre di Nicolas), Kad Merad (padre di Nicolas), Sandrine Kiberlain (la maestra), Francois Xavier Demaison (Le Bouillon), Michel Duchaussoy (il direttore), Daniel Prevost (sig. Moucheboume), Michel Galabru (il ministro), Anemone (sig.ra Navarrin), Francois Damiens (Bledurt), Louise Bourgoin (la fioraia), Vincent Claude . (Alceste)
Soggetto
A scuola e in famiglia il piccolo Nicolas é un bambino felice. Per caso sente una conversazione tra i genitori, dalla quale deduce che ben presto avrà un fratellino e per lui arriveranno tempi duri. Spalleggiato dagli amichetti, mette in atto un piano per evitare di finire abbandonato nel bosco. Intanto il padre cerca di mettersi in luce in ufficio, invitando a cena il suo principale con signora, e a scuola alcune maestre si danno il cambio durante le lezioni, creando confusione nei progetti dei ragazzi. Alla fine il 'pericolo' della nascita di un fratellino si rivela infondato, e Nicolas continua la propria vita felice.
Valutazione Pastorale
Il piccolo Nicolas come personaggio nasce nel 1959 dalla penna di René Goscinny e dal disegno di Jean Jacques Sempé. La ricostruzione del contesto storico è elegante e raffinata, precisa senza essere afflitta da formalismo. Siamo insomma alla fine dei '50 ma si respira aria frizzante e vivace, per niente ricoperta dal passare degli anni. Certo i rapporti nel triangolo "famiglia-bambini-scuola" erano diversi e forse più lineari, ma la regia è brava a mantenere alto un ritmo comico irrefrenabile, a marcare un tratto satirico che dal disegno e dalla parola scritta arriva nitido sull'immagine in movimento. Si ride, si osservano quei bimbi in pantaloni corti e si aderisce alla provocazione di un racconto corrosivo e burlesco, qua e là deformato nel grottesco eppure con un fondo di molta verità e autenticità. Una trasposizione esemplare per un film che, dal punto di vista pastorale, é da valutare come consigliabile e decisamente brillante.
Utilizzazione
Il film é da utilizzare in programmazione ordinaria e in seguito come prodotto simpatico e originale per tutti su argomenti certo non secondari (scuola, famiglia, adolescenza...).