Orig.: Bosnia Erzegovina/Austria/Germania/ Croazia (2010) - Sogg. e scenegg.: Jasmila Zbanic - Fotogr.(Scope/a colori): Christine A. Maier - Mus.: Brano Jakubovic - Montagg.: Niki Mossbock - Dur.: 100' - Produz.: Barbara Albert, Karl Baumgartner, Raimond Goebel, Damir Ibrahimovic, Leon Lucev, Bruno Vagner.
Interpreti e ruoli
Zrinka Cvitesic (Luna), Leon Lucev (Amar), Ermin Bravo (Bahrija), Miriana Karanovic (Nadja), Marjia Kohn (nonna), Nina Violic (Sejla), Sebastian Cavazza (Dejo), Jasna Bery (dott.ssa Arztin), Izudin Bajrovic (Jusuf), Jasna Zalica (guardia), Luna Mijovic (Dija)
Soggetto
Sarajevo, oggi. Luna e Amar vivono insieme. Lei è hostess, anche lui lavora all'aeroporto ma beve troppo e viene licenziato. Durante una gita, Amar incontra Bahrija, suo amico e commilitone ai tempi della guerra. Costui propone ad Amar un lavoro in una comunità musulmana situata intorno ad un lago alquanto distante dalla città. Qualche tempo dopo, Luna va a visitarlo e si trova di fronte ad una situazione imprevista: Amar ora aderisce in pieno alle regole che scandiscono la vita dei locali. Da quel momento il raporto tra loro due non è più lo stesso. Entrambi musulmani, sono però su fronti diversi e finiscono con il litigare su tutto. Un dissidio insanabile impedisce di far andare avanti il loro rapporto, compreso il progetto di sposarsi e di avere un figlio.
Valutazione Pastorale
Lo scenario che il racconto descrive diventa sequenza dopo sequenza più stratificato e coinvolgente. Come cerchi che si allargano nell'acqua, la pellicola mette in campo elementi veri che entrano in modo deciso nella cronaca e nella Storia. Fino ad arrivare al tema che, forse, comprende tutti gli altri: lo scontro tra modernità e tradizione, tra società contemporanea e suggestioni arcaiche. In sostanza la difficile convivenza tra i dettami di una religione rigida e la realtà della vita quotidiana. Luna e Amar vivono sulla pelle un conflitto che riguarda comunità e popolazioni, che divide e dilania, disorienta e spaventa. Tra musulmani, in questo caso, ma lo sguardo della regista si allarga, si fa più ampio, affonda nelle scorie di una guerra dove i lutti non sono ancora stati elaborati, mette contro le generazioni, cerca di tenere all'oscuro i più giovani. Le seduzioni della modernità e il rigore dell'integralismo: i valori sul piatto della bilancia, il (non) ruolo della donna, il matrimonio, la maternità, la famiglia. Il finale, interrotto e aperto, significa la voglia di una ricerca di senso, allo stato attuale forse impossibile da raggiungere. Ma i protagonisti restano disponibili, e forse un punto d'incontro dovrà essere trovato. Dal punto di vista pastorale, il film è da valutare come consigliabile, problematico e adatto per dibattiti.
Utilizzazione
Il film è da utilizzare in programmazione ordinaria e in molte successive occasioni come forte stimolo ad avviare riflessioni sui temi di grande attualità che propone. Naturalmente meno adatto per minori e piccoli, anche in vista di passaggi televisivi o di uso di dvd e di altri supporti tecnici.