Dentro la Tv: Tra le sorprese agli Emmy75 la serie “Daisy Jones & the Six”
lunedì 31 Luglio 2023
Un articolo di:
Sergio Perugini
Intuito vincente. L’attrice statunitense Reese Witherspoon (classe 1976) si è imposta nel firmamento hollywoodiano con la commedia vaporosa “La rivincita delle bionde” (2001), subito dopo talento e determinazione sono emersi con chiarezza in “Quando l’amore brucia l’anima. Walk the Line”, biopic su Johnny Cash e June Carter: vince tutti i premi della stagione come miglior attrice, Oscar in testa. Da lì un successo dopo l’altro, tra cinema e serie Tv, che ha iniziato a produrre in prima persona: in evidenza “Big Little Lies” (2017-19, Sky-Now). La Witherspoon ha dimostrato di avere fiuto per le belle storie: ultimo colpo di genio la scommessa sul romanzo best-seller di Taylor Jenkins Reid, adattato per Prime Video di Amazon con il titolo “Daisy Jones & The Six”. Uscita lo scorso marzo (10 episodi) e forte di una colonna sonora rock coinvolgente, la miniserie è entrata nella partita degli Emmy Award con 9 candidature.
American Dream. Pittsburgh anni ’70, Billy Dunne (Sam Claflin), suo fratello Graham (Will Harrison) e un gruppo di amici del liceo mettono su una band rock sognando in grande. Ben presto decidono di cercare fortuna a Los Angeles. Con loro va anche Camila (Camila Morrone), fidanzata di Billy. I primi tentativi sono difficili, per non dire disastrosi. L’incontro con il producer Teddy Price (Tom Wright) cambia tutto: un album e un tour insieme alla cantautrice emergente Daisy Jones (Riley Keough). Le loro voci si fondono, insieme sono magnetiche; con la popolarità arrivano però le prime tensioni, problemi con droga-alcol e diffuse gelosie…
Pros&Cons. Dal romanzo di Taylor Jenkins Reid, il copione di “Daisy Jones & The Six” è stato affidato agli showrunner Scott Neustadter e Will Graham (tra i creatori anche Michael H. Weber). Punto di forza della miniserie sono di certo gli interpreti indovinati, abili nel coniugare espressività e performance musicali credibili: su tutti Riley Keough e Sam Claflin. Perché funziona? È un racconto che si immerge nel mood musicale di matrice rock, esplorando lo sfondo socio-culturale della Los Angeles anni ’70; un mondo fatto di sogni e ambizioni, contaminati da droga e alcol a fiumi. Al di là di tali perturbazioni, la serie cresce episodio dopo episodio con grinta, compattezza e sguardi di senso. Il gruppo di fratelli-amici originario di Pittsburgh riesce a infrangere il muro dell’anonimato, scalando la classifica degli album più venduti negli Stati Uniti. Nei tornanti dell’impresa, l’amicizia si ammacca e gli amori vengono messi alla prova. A convincere è soprattutto la traiettoria dei personaggi, che sognano, cadono, si perdono, sembrano arrendersi alla vita, ma in ultimo si aiutano e si salvano. A vincere alla fine non è (solo) la musica, ma le persone, i legami familiari. Un racconto coinvolgente, che fonde rock e romance, irrigato da una pioggia di canzoni trascinanti che trovano vita proprio dopo la fine della miniserie. Serie complessa, problematica, per dibattiti. Indicata per adulti.