Orig.: Francia/Belgio/Spagna (2013) - Sogg.: Frédéric Petitjean - Scenegg.: Jean Cottin, Christophe Offenstein - Fotogr.(Scope/a colori): Guillaume Schiffman - Mus.: Victor Reyes con la collaborazione di Patrice Renson - Montagg.: Véronique Lange - Dur.: 96' - Produz.: Jean Cottin.
Interpreti e ruoli
François Cluzet (Yann Kermadec), Samy Seghir (Mano Ixa), Virginie Efira (Marie Drevil), Guillaume Canet (Frank Drevil), Arly Jover (Anna Bruckner), Karine Vanasse (Mag Embling), Josè Coronado (José Monzon), Dana Prigent (Léa Kermadec), Jean-Paul Rouve (Denis Juhel), Guillaume Nicloux . (direttore di gara)
Soggetto
Quando Frank Drevil, skipper della squadra velica DCNS, si infortuna in un incidente di moto, Yann Kermadec viene chiamato per sostituirlo. Il suo sogno sembra realizzarsi: affronterà la difficilissima regata Vendée Globe. Durante la gara, che prevede una circumnavigazione del globo terrestre in solitaria, Yann fa una sosta di emergenza a Capo Verde per un guasto all'imbarcazione. Poco dopo essere ripartito, vede a bordo un clandestino, Mano, un ragazzino della Mauritania che vuole arrivare in Francia. All'inizio indispettito (perché rischia la squalifica), Yann a poco a poco cerca di convivere con l'adolescente, imparando a conoscerlo meglio. I due superano molte difficoltà e incomprensioni, fino all'arrivo vincente in un porto francese, dove sono accolti da un pubblico entusiasta.
Valutazione Pastorale
Sport e viaggio si uniscono per creare le premesse di una avventura dai risvolti imprevisti, banco di prova per misurare capacità di resistere agli imprevisti, ai problemi e di misurarsi con accoglienza, solidarietà, aiuto verso l'altro. Il copione focalizza il ritratto di un uomo solo in una situazione complessa e la sua reazione che non ha paura di misurarsi con l'ignoto degli elementi naturali e con la faccia nascosta di inattese convivenze. La forza giusta per scavare in se stessi e reagire arriva a Yann dall'avere intorno (lontani, ma vicini grazie alle tecnologie) la figlioletta Lea, l'amata compagna Marie: un cerchio di affetti che dà senso all'isolamento e alla sfida. Lineare e pulita nella narrazione, la storia indulge nel finale a qualche spruzzata di buonismo forse un po' eccessivo. E, dal punto di vista pastorale, il film è da valutare come consigliabile e del tutto semplice.
Utilizzazione
Il film è da utilizzare in programmazione ordinaria e in successive occasioni come proposta di storia avventurosa ben fatta e accattivante. Per un pubblico ampio.