Orig.: Italia (2013) - Sogg. e scenegg.: Giuseppe Tornatore - Fotogr.(Scope/a colori): Fabio Zamarion - Mus.: Ennio Morricone - Montagg.: Massimo Quaglia - Dur.: 124' - Produz.: Isabella Cocuzza, Arturo Quaglia per Paco Cinematografica.
Interpreti e ruoli
Geoffrey Rush (Virgil Oldam), Jim Sturgess (Robert), Sylvia Hoeks (Claire), Donald Sutherland (Billy), Philip Jackson (Fred), Dermot Crowley (Lambert), Liya Kebede (Sarah)
Soggetto
Nella professione di antiquario e battitore d'asta, Virgil Oldman è ormai una indiscussa autorità internazionale: impeccabile e preparato sul lavoro, solitario e gelido nella vita privata. Riceve la telefonata di una donna che lo prega di accettare lìincarico di porcedere alla valutazione e successiva vendita di mobili e opere d'arte contenuti nella grande villa di famiglia. Quello che sembra un impegno facile diventa complicato perchè quella voce non vuole saperne di farsi vedere, salta ogni appuntamento, inventa scuse. Virgil deve superare irritazione e disappunto prima di capire che la ragazza, di nome Claire, si trova in una stnza della villa, chiusa lì da anni in quanto affetta da agorafobia. L'antiquario decide di aiutarla, la vede, se ne innamora, la aiuta a cominciare una nuova vita. E così, forse, condanna se stesso, vittima inconsapevole.
Valutazione Pastorale
Dice Giuseppe Tornatore che si tratta di "una storia d'amore raccontata attraverso la tessitura narrativa del thriller, ma senza assassini né assassinati, né tantomeno investigatori". Lasciatosi alle spalle quello di "Baaria", il regista siciliano compone un nuovo affresco, collocato in altri confini ma segnato dalle stesse caratteristiche. L'ossessione dello spazio, l'incubo del mondo esterno, l'identità da rivelare guidano il copione, come già avveniva in "Una pura formalità" (1994) e "La leggenda del pianista sull'oceano" (1998). In quella grande villa entra la vecchia Europa (Virgil) e forse esce la nuova (Claire e Robert, esperto di robot). L'arte e la bellezza fanno male, procurano dolore. Rinunciando a complicati filosofemi, Tornatore preferisce abbandonarsi al piacere di costruire un racconto impeccabile, senza sbavature nè difetti, affidato alla nitida presenza di Geoffrey Rush nel ruolo principale. Partendo dalla frase "in ogni falso si nasconde una parte di verità", il film si propone come un robusto prodotto di genere, che, dal punto di vista pastorale, è da valutare come consigliabile e nell'insieme problematico.
Utilizzazione
Il film è da utilizzare in programmazione ordinaria e in seguito come esempio di pellicola italiana (girata però in digitale) pensata per un mercato il più ampio possibile. Qualche attenzione è da tenere per minori e piccoli in vista di passaggi televisvi e di uso di dvd e di altri supporti tecnici.