Orig.: Italia (2013) - Sogg.: liberamente tratto dal film "Il vedovo" di Dino Risi - Scenegg.: Ugo Chiti, Michele Pellegrini, Massimo Venier con la collaborazione di Piero Guerrera - Fotogr.(Scope/a colori): Vittorio Omodei Zorini - Mus.: Paolo Buonvino - Montagg.: Claudio Di Mauro - Dur.: 84' - Produz.: Beppe Caschetto per IBC Movie con RAI Cinema.
Interpreti e ruoli
Fabio De Luigi (Alberto Nardi), Luciana Littizzetto (Susanna Almiraghi), Alessandro Besentini (Stucchi), Francesco Brandi (Giancarlo), Clizia Fornasier (Giada), Bebo Storti (il Mons.), Ninni Bruschetta (Perlasca), Fulzio Falzarano (padre di Gida), Alessandra Raichi (madre di Giada), Alessandro Bruschi (uomo d'affari), Roberto Citran (Fenoglio), Stefano Chiodaroli (Arturo), Bob Messini (Beppe Rotella), Luciano Scarpa (Roberto), Tatti Sanguineti (professore in clinica), Alessia Donadio . (hostess)
Soggetto
Alberto Nardi si muove e agisce come se fosse un grande imprenditore. Ma gli altri (tutti quelli con i quali entra in contatto per lavoro) lo lasciano parlare e immancabilmente concludono chiedendo a garanzia dell'affare la firma della moglie. Nardi è infatti sposato con Susanna Almiraghi, grande industriale del Nord, ricca e severa. Stanca di quel marito velleitario e ciatrone, Susanna gli nega la copertura di un nuovo deficit finanziario e per Nardi si prospetta il fallimento. In viaggio per affari in Romania, Susanna sembra essere rimasta vittima di un incidente aereo. Nardi festeggia alla prospettiva di esserne l'erede unico e quindi ricchissimo. Ma l'entusiasmo dura poco. Susanna riappare a casa, riprende in mano le redini dell'attività, e Nardi torna ad essere soltanto il 'marito dell'Almiraghi'. Le schermaglie tra i due continuano.
Valutazione Pastorale
Dino Risi dirige "Il vedovo" nel 1959. Il soggetto lo scrive con Rodolfo Sonego e Fabio Carpi, per la sceneggiatura si aggiungono Sandro Continenza e Dino Verde. I risultati di compattezza visiva e narrativa, gli effetti di un dialogo incisivo, spietato, lucido, la capacità di comporre un ritratto impeccabile dell'Italia alle soglie del boom economico e insieme di comunicare sensazioni senza tempo sono risultati ancora oggi verificabili. Quella del 'remake' era un'impresa ardua, e il regista ne era ben consapevole quando dice: "Pur rispettando struttura e personaggi dell'originale, abbiamo cercato di fare un film completamente diverso e di evitare di fare l'istantanea di quello che succede in un dato momento, con la cronaca e i personaggi dell'attualità che sono già consumati prima ancora che il film esca (...)". Il lavoro svolto ("attento, scrupoloso, difficilissimo" aggiunge Venier) non è riuscito ad evitare un impossibile confronto e nemmeno le insidiose giravolte del racconto. Il copione odierno, figlio certamente di un cinema italiano incerto e timoroso e di un'Italia malata di buonismo, è fragile, impaurito, timoroso. La regia non va al di là di una corretta messa in scena, i personaggi restano imbrigliati nell'assenza di una grinta espressiva convincente. Si può parlare di un'operazione mancata, anche se, in generale il film è gradevole e, dal punto di vista pastorale, è da valutare come consigliabile e del tutto semplice.
Utilizzazione
Il film può essere utilizzato in programmazione ordinaria e in successive occasioni come proposta di commdia italiana attuale, anche in relazione all'originale di Dino Risi.